Coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità riassume il corretto uso delle mascherine

Lo stato di emergenza sul territorio nazionale ha scatenato una nuova corsa: quella alle mascherine.

Fino a pochi mesi fa le mascherine erano un semplice strumento di lavoro, previste in un limitato numero di attività professionali e, in alcuni casi, osteggiate dai lavoratori quando venivano imposte a tutela della loro salute.

Ora sono letteralmente sulla bocca di tutti (o quasi) e sono state oggetto di svariate notizie.  Ma sull’uso corretto delle mascherine i dubbi non mancano, anche perché per la maggior parte degli italiani è la prima volta. E guardandosi in giro è chiaro che ancora molte persone non ne fanno un uso corretto!

Quando vanno usate le mascherine?

Secondo l’ultimo decreto del presidente del Consiglio, datato 26 aprile, le mascherine, vanno usate “nei luoghi o ambienti chiusi e comunque in tutte le possibili fasi lavorative, laddove non sia possibile garantire il distanziamento interpersonale”. Questa è la regola minima da rispettare. In alcune regioni sono state, inoltre, introdotte indicazioni più stringenti, come l’utilizzo obbligatorio delle mascherine anche in altri contesti: è consigliato, quindi, leggere attentamente le ordinanze che la propria Regione ha emanato in proposito, generalmente disponibili sui siti delle varie amministrazioni regionali.

Come usare le mascherine in sicurezza?

Il corretto uso delle mascherine è fondamentale per ridurre notevolmente il contagio da Covid-19. L’Istituto Superiore di Sanità ha emanato una guida per spiegare le modalità corrette di utilizzo di questi dispositivi:

-prima di indossare la mascherina, bisogna lavare le mani nel modo raccomandato, vale a dire con acqua e sapone o un gel igienizzante;

-per posizionarla correttamente, e in sicurezza, bisogna “toccare solo gli elastici o i legacci’’ avendo cura di non toccare la parte interna;

-posizionare correttamente la mascherina, facendo attenzione a coprire accuratamente naso e bocca;

-nel toglierla bisogna toccare sempre solo gli elastici, lavare le mani con acqua e sapone o eseguire l’igiene delle mani con una soluzione alcolica.

Nella situazione attuale utilizzare la mascherina è fondamentale per proteggersi e proteggere gli altri. 

COVID-19: EMA accelera lo sviluppo e l’approvazione di medicinali e vaccini

L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha adottato una serie di procedure accelerate per velocizzare il processo di sviluppo e autorizzazione dei trattamenti contro il Covid-19.
Queste procedure ‘‘rapide’’ sono frutto del piano di emergenza sanitaria attivato nelle scorse settimane in risposta alla pandemia.

La revisione rapida dei medicinali è supportata dalla Task Force pandemica dell’Agenzia (Covid-Etf). La task force sta lavorando a stretto contatto con il Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’Ema per un coordinamento ottimale e rapido delle attività relative allo sviluppo, all’autorizzazione e al monitoraggio della sicurezza di medicinali e vaccini contro Covid-19. Per i prodotti in fase di sviluppo che si trovano ancora nelle fasi iniziali e/o prima della presentazione di una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, l’Ema ha messo in atto un meccanismo di rapida consulenza scientifica. Fornirà agli sviluppatori un indirizzo su metodi più adeguati a generare dati affidabili: informazioni su sicurezza, produzione e qualità di un prodotto.

Dunque, per le fasi di autorizzazione e post-autorizzazione dei medicinali indicati per il COVID-19 l’EMA potrà avvalersi:
-della procedura di revisione ciclica (rolling review) per valutare i dati di un potenziale farmaco promettente man mano che diventano disponibili;
-di valutazioni accelerate che prevedono tempi di revisione dei medicinali di grande interesse per la salute pubblica ridotti da 210 giorni a meno di 150 giorni.

Le procedure rapide saranno usate anche per estendere le indicazioni di farmaci già approvati per altre indicazioni e riposizionati per Covid-19.

Coronavirus, l’allarme Oms: “Attenti a falsi vaccini, farmaci e kit”

In piena emergenza Covid-19, cresce il numero di prodotti falsi che garantiscono di diagnosticare, curare, prevenire il coronavirus.

A lanciare l’allarme è l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità. L’allarme è rivolto sia ai consumatori che ai professionisti e le autorità sanitarie. L’Oms ha dichiarato di aver ricevuto numerosi rapporti riguardanti la diagnostica in vitro e i reagenti da laboratorio falsificati per la rilevazione del coronavirus Sars-CoV-2. Pertanto, prodotti che vengono dichiarati vaccini per il Covid-19 potrebbero comportare rischi significativi per la salute pubblica.

L’Oms ricorda che, in questa fase, non esiste vaccino e non raccomanda alcun medicinale per il trattamento o la cura di Covid-19. Dunque, i consumatori e acquirenti finali, devono prestare particolare attenzione perché potrebbero trovarsi di fronte a possibili truffe online. È richiesta la dovuta diligenza da parte di tutti e la verifica accurata quando si acquistano prodotti medici, sia online che di persona.

L’OMS, inoltre, ha invitato anche le autorità sanitarie ad una maggiore vigilanza: tutti i prodotti medici devono essere ottenuti da fonti autentiche e affidabili. La loro autenticità e le condizioni del prodotto devono essere attentamente monitorate

FARMACO GENERICO: COSA C’È DA SAPERE

Un farmaco generico è un medicinale con gli stessi principi attivi, forma farmaceutica, dosaggio e modalità di somministrazione del farmaco ‘di marca’.

Ma cosa c’è da sapere?

-Innanzitutto, prima di essere messo in commercio questo farmaco ha bisogno dell’autorizzazione del Ministero della Sanità, che effettua studi di biodisponibilità sul farmaco generico per accertare l’equivalenza terapeutica col medicinale al quale fa riferimento: ossia la stessa composizione qualitativa e quantitativa e la stessa forma farmaceutica di quello di marca.

-Inoltre, il farmaco generico è sempre meno costoso di quello di marca (all’atto della registrazione deve costare il 20% in meno), in quanto non deve ammortizzare il costo delle spese di ricerca e di quelle di promozione. È noto che per dimostrare l’efficacia e la sicurezza terapeutica di un nuovo farmaco è necessario sperimentarlo su centinaia o addirittura migliaia di soggetti. Tale sperimentazione richiede mesi e ha costi elevati. L’azienda che mette in commercio un medicinale generico, invece, è esente dalla dimostrazione dell’efficacia terapeutica in quanto, se il principio attivo raggiunge nel sangue gli stessi livelli ottenuti dal medicinale originatore (se è cioè bio-equivalente a questo), presenta anche la stessa efficacia terapeutica. Dimostrare la bio-equivalenza richiede tempi e costi molto minori, per cui il farmaco generico può essere posto in commercio ad un prezzo inferiore.

-Un farmaco generico può essere messo in commercio col permesso di chi detiene il brevetto o quando scade la copertura del brevetto, che in Italia può durare fino a 38 anni.

– Il medico di famiglia, lo specialista ed il farmacista devono sempre informare il paziente dell’esistenza di un farmaco generico sia a pagamento che fornito dal Sistema Sanitario Nazionale; in questo modo il cittadino ha la facoltà di scegliere quale medicinale acquistare.

CORONAVIRUS, GLI STUDI CLINICI APPROVATI DALL’AIFA

L’Aifa, in poco più di un mese, ha valutato un totale di 80 domande, tra richieste di autorizzazione di avvio di protocolli di sperimentazione e proposte di studi clinici. 

L’Agenzia Italiana del farmaco ha pubblicato sul suo sito il primo Report dei lavori della Commissione Tecnico-Scientifica, che fornisce dati degli studi clinici dei farmaci utilizzati per il trattamento di pazienti affetti da Covid-19 e proposte di sperimentazioni.

Sono 16 gli studi clinici che hanno avuto parere favorevole: fra questi, 7 sono stati autorizzati anche dal Comitato Etico Unico dell’INMI L. Spallanzani e sono stati avviati. A questi si aggiungono due studi clinici su Remdesivir, approvati dall’AIFA prima dell’entrata in vigore del Decreto Cura Italia.

In totale gli studi avviati sono attualmente 9.

Le domande restanti hanno ricevuto parere sospensivo con richiesta di integrazioni; altre hanno avuto parere non favorevole o sono state considerate non valutabili.

La celerità e la metodologia condivisa dei processi di approvazione rappresentano le basi di uno strumento di ricerca innovativo, in grado di garantire un trattamento in sicurezza dei pazienti con il necessario rigore scientifico, anche in un contesto di emergenza.

CORONAVIRUS, LE IMPRESE DEL FARMACO NON SI SONO MAI FERMATE

Tra tutti i settori essenziali ce n’è uno forse più essenziale degli altri: la produzione dei farmaci. Un comparto che va avanti non solo per contenere l’emergenza Coronavirus ma per tutte le persone che hanno bisogno di medicine.

Le imprese del farmaco lavorano ininterrottamente in prima linea al servizio del Sistema Sanitario Nazionale, consegnando senza sosta farmaci e ogni prodotto necessario per fronteggiare il drammatico momento che sta attraversando il nostro Paese.

Il presidente di Farmindustria, l’associazione delle imprese del farmaco, Massimo Scaccabarozzi, ha spiegato come si sono subito attivati con delle task force sulla produzione e sulla distribuzione per avere dei piani di continuità, che garantissero queste due attività anche in caso di emergenza piena.

In questo modo, anche grazie alla collaborazione con l’Aifa, si limita al massimo la situazione di carenza farmaci. C’è stata, infatti, qualche carenza legata al fatto che alcuni ospedali hanno fatto scorte di prodotti specifici, come gli antivirali, gli anestetici, i prodotti da rianimazione.

Questa esperienza, però, deve insegnare che la salute non è un costo bensì un investimento. Perché basta un problema di questo tipo per mettere in ginocchio l’economia mondiale.

CORONAVIRUS: AIFA, COSTANTEMENTE ATTENTA AI FARMACI UTILIZZATI SUI PAZIENTI

L’emergenza coronavirus Covid-19 è ovviamente al centro delle preoccupazioni di tutti. Un vaccino contro il coronavirus potrebbe essere la risorsa più importante per fermare la pandemia, evitando la morte di milioni di persone in tutto il mondo.

Sono diversi i farmaci su cui l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, sta ponendo attenzione per capire se avviare una sperimentazione sul territorio nazionale. Non si deve necessariamente ricominciare da zero poiché farmaci come gli antiretrovirali o alcuni farmaci antimalarici hanno dato dei risultati positivi. L’Agenzia Italiana del Farmaco, insieme alla sua Commissione Tecnico Scientifica, è costantemente impegnata nella gestione dell’emergenza COVID-19 per quanto riguarda i farmaci utilizzati dai pazienti in questa pandemia.

Ovviamente la scienza non può né forzare i tempi né affidarsi a pochi casi per dare un risultato che sia utilizzabile e dunque affidabile per tutti, ma non resta inerte.

Secondo il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, è fondamentale uno sforzo congiunto di decisori, agenzie regolatorie, ricerca pubblica e privata per arrivare a un vaccino per tutti, efficace e sicuro, in tempi possibilmente rapidi.

Si dovrà partire da studi pre-clinici, necessari per autorizzare la sperimentazione clinica. Solo dopo saranno verificate efficacia e sicurezza nell’uomo.

Il dottor Magrini, inoltre, raccomanda di verificare le notizie sui social o anche quelle a mezzo stampa e controllare le fonti ufficiali per evitare errori e false speranze.

FARMACI FALSIFICATI, MINISTERO DELLA SALUTE: ‘‘Possono essere dannosi’’

Venditori fraudolenti online, facendo leva sui timori e sulle preoccupazioni legati alla pandemia in corso, spacciano per autentici o autorizzati dei medicinali falsificati, sostenendo di garantire un facile accesso a medicinali legali che altrimenti non sarebbero direttamente disponibili. Inoltre, affermano di avere prodotti in grado di curare o prevenire la malattia da COVID-19.

Per medicinali falsificati si intendono farmaci contraffatti che possono contenere il principio attivo sbagliato oppure nessun principio attivo o ancora il principio attivo corretto, ma in quantità errate. Inoltre, possono contenere sostanze molto dannose che non dovrebbero essere impiegate nei medicinali. L’assunzione di questi farmaci può portare gravi problemi di salute o peggiorare una condizione in corso.

L’ EMA, Agenzia europea per i medicinali, invita tutti i cittadini a non acquistare medicinali da siti web non autorizzati e da altri venditori, ma di acquistare solo da farmacie o rivenditori locali o da venditori nazionali online registrati presso il Ministero della Salute.

Sul sito web di Ema, o direttamente sul sito del Ministero della Salute, è possibile recuperare un elenco delle farmacie online registrate dei paesi UE.

Tutte le farmacie online registrate presentano un logo comune che serve a confermare che si tratta di un sito registrato. Il logo è composto da un rettangolo a strisce orizzontali con una croce bianca posizionata sulla parte sinistra, vicino alla linea mediana. Nella parte sottostante è inserita la bandiera dello Stato membro dell’UE in cui è registrata la farmacia online.

Dunque, è fondamentale assicurarsi che la farmacia online visitata sia presente in questo elenco prima di procedere con qualsiasi ordine.

Coronavirus: Farmaindustria, nessuna emergenza farmaci

Farmaindustria, Associazione delle imprese del farmaco, ha ribadito il suo impegno per tamponare le minacce del nuovo coronavirus. Nella grande emergenza globale, l’industria farmaceutica operante in Italia è consapevole della responsabilità implicita nelle sue funzioni di produzione, di ricerca e di accesso alle cure.

Per questo, l’Associazione continua a garantire la produzione, nonostante le condizioni difficili del momento, in base alle proprie capacità e in termini di responsabilità sociale, nei molti stabilimenti sul territorio, per la maggiore provvista di farmaci e presidi, anche convertendo linee produttive, e di altri strumenti utili ad affrontare l’emergenza nazionale.

Inoltre, Farmaindustria, opera in stretta collaborazione con le Autorità istituzionali e le Organizzazioni Sociali e partecipa, contemporaneamente alle sperimentazioni dedicate ai nuovi farmaci o a farmaci già autorizzati, con aziende localizzate anche in Italia, con lo scopo di trovare terapie immediatamente efficaci per il Covid-19.

Farmaindustria ha richiesto, in questo contento, per garantire le necessarie produzioni e attività di ricerca, di essere considerati un settore di rilevante interessa nazionale per il quale possono essere necessarie modalità di lavoro più intense, nel massimo rispetto delle esigenze di tutela di salute dei collaboratori e famiglie.

ALIMENTAZIONE E FARMACI: ATTENTI ALLE INTERAZIONI

Una delle criticità, largamente sottostimata, nell’ adozione di una efficace terapia farmacologica, è rappresentata dalle interazioni che un farmaco, inteso come principio attivo e suoi eccipienti, può avere con gli alimenti e le bevande che si assumono.

Quando si segue una cura farmacologica è fondamentale prestare attenzione all’alimentazione. Le sostanze chimiche contenute negli alimenti, infatti, possono interagire con i farmaci, modificandone l’azione. Spesso, tali interazioni non sono indicate nei bugiardini.

L’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) sostiene che alimenti e bevande possono influire sull’assorbimento e biodisponibilità del farmaco e renderlo inefficace o provocare degli effetti collaterali. Tale aspetto riguarda in particolare modo coloro che soffrono di malattie croniche che assumono più medicinali nell’arco della giornata e per lunghi periodi di tempo, come le persone anziane.

Alcool

La prima sostanza ad interferire con l’assunzione di tutti i farmaci è l’alcool, che diminuisce l’efficacia e potenzia gli effetti collaterali dei farmaci. Le bevande alcoliche, dunque, vanno evitate quando si assumono antibiotici, antistaminici, analgesici ecc.

Caffeina

La caffeina è presente, non solo nel caffè, ma anche in altri cibi e bevande, come nelle bibite gassate. Non ha gli stessi effetti dell’alcool, ma comunque è insidiosa, può provocare tachicardia ed eccitabilità per chi ha problemi di asma, e quindi in cura con broncodilatatori. Inoltre, a causa della sua azione antiaggregante, la caffeina deve essere limitata da chi assume anticoagulanti, in quanto ne aumenta il rischio di emorragie.

Pompelmo

Sono sempre più numerosi gli studi sulle possibili interferenze tra il pompelmo, in particolare il suo succo e, alcune tipologie di farmaci. Queste ricerche hanno individuato in questo frutto alcune sostanze, come le furocumarine e un bioflavonoide – la naringina – che modificano il metabolismo di molti farmaci e impediscono all’organismo di inattivarli al momento giusto. In particolare, il polpelmo aumenta in maniera significativa la biodisponibilità di diversi medicinali, attraverso un meccanismo di inibizione dell’attività di alcuni enzimi che a livello epatico sono responsabili della trasformazione dei farmaci. Questo fenomeno riguarda tanti farmaci, dagli antibiotici alle statine e altri ancora.

Cibi ricchi di potassio

Quando sì assumo farmaci che determinano un accumulo di potassio, come alcuni diuretici, è opportuno evitare cibi che contengono tanto potassio, come le banane, le verdure a foglia verde, le arance ecc.

Latte e latticini

Gli antibiotici sono tra le classi di farmaci largamente prescritte nella pratica medica. Tuttavia per la loro composizione chimica, tendono a reagire molto facilmente con ioni bivalenti come il Calcio ed il Magnesio, riccamente presenti nel latte e nei suoi derivati. Inoltre, anche se sembra paradossale, il latte, che è un alimento essenziale per il mantenimento delle ossa, può interagire in modo negativo con farmaci impiegati per prevenire e curare l’osteoporosi.

Cibi ricchi di istamina e tiramina

Queste sostanze derivano dagli amminoacidi e si producono nell’organismo. Dunque, è consigliato eliminare alimenti, che ne sono troppo ricchi, in quanto una loro eccessiva concentrazione nel sangue può creare problemi se si assumono farmaci. Ad esempio un aumento della pressione se si assumono antibiotici e antimicotici.

Altri cibi

La liquirizia può essere causa di aritmie e provoca un aumento della pressione arteriosa. Altri cibi hanno invece interazioni con gli anticoagulanti antagonisti della vitamina K. Tra questi vi sono i broccoli, cavoli, spinaci, cavoletti di Bruxelles che ne contrastano l’azione riducendo così l’effetto. Il mirtillo, invece, ne altera l’effetto.