Festività e Alimentazione: i farmaci più acquistati

Le grandi abbuffate delle festività spesso portano ad avere problemi di salute ed il numero di pazienti con problemi di stomaco e dissenteria aumenta drasticamente. Bisogna prestare attenzione a quello che si mangia e a come si mangia in queste feste tra Natale e Capodanno.

Le conseguenze possono essere le infezioni intestinali che si possono generare in quanto non facciamo molta attenzione: le cause sono legate ad ingerimento di carne cruda o pesce crudo. Un sondaggio effettuato nei giorni scorsi in Svizzera ha rivelato che dicembre è il secondo mese dell’anno in cui un farmaco per problemi intestinali registra le vendite maggiori. Le conferme arrivano proprio dalle case farmaceutiche. Si tratta di un problema ricorrente.

Secondo alcune ricerche, la causa primaria è la carne di pollo che non viene cotta bene a contatto con contorni e verdure; il secondo motivo è quello di ingerire pesce crudo. Difatti l’infezione alimentare più segnalata è la ” campilobatteriosi ”. Uno studio dell’Ufficio federale della sanità pubblica elvetico ha dimostrato che proprio l’uso di carne cruda porta all’aumento dell’infezioni durante le festività.

Coloro che vengono maggiormente colpiti da sgradite conseguenze gastrointestinali, non sono solo gli immunodepressi, ma anche i giovani dai 20 ai 29 anni. Il 15% degli italiani finisce addirittura in ospedale. Infatti delle semplici infezioni intestinali, se non trattate bene e tempestivamente, possono complicarsi.

 

CARENZA DI FARMACI A BASE DI CEFODIZIMA IN ITALIA

In Italia si registra carenza dei farmaci a base di cefodizima, antibiotici utilizzati per trattare soprattutto infezioni delle vie respiratorie o urinarie. A segnalarlo è l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che ricorda come questi antibiotici appartengono alla classe degli antibatterici cefalosporine: il loro utilizzo è specifico nelle infezioni batteriche gravi, di accertata o presunta origine da Gram-negativi difficili o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici.

I medicinali in questione sono:
Diezime: carente a causa di problemi produttivi per le difficoltà di rifornimento della materia prima; le confezioni interessate sono quelle da un flaconcino da 1 g e una fiala solvente da 4 ml per soluzione iniettabile per uso intramuscolare (Aic n. 027940030) e quelle da un flaconcino da 1 g e una fiala solvente da 4ml per soluzione iniettabile (Aic n. 027940042).
Modivid: non più disponibile a causa della scelta del titolare delle Aic Sanofi Spa di interromperne la commercializzazione in maniera permanente.
Timecef: non più disponibile a causa della scelta del titolare dell’Aic Sanofi Spa di cessarne la commercializzazione in maniera permanente.

Cosa fa l’AIFA per gestire la carenza?
Per evitare di creare disagi ai pazienti che utilizzano quel principio attivo, in considerazione del fatto che in Italia non sono autorizzati farmaci con lo stesso principio attivo e che non sono in commercio in Ue altri medicinali a base di cefodizima, l’Aifa ha disposto ogni possibile azione in termini regolatori che possa essere di supporto ai titolari Aic nelle azioni da intraprendere per evitare, o minimizzare in termini temporali, la carenza.

In questa fase è indispensabile il supporto dei professionisti sanitari per assicurare ai pazienti un’attenta valutazione delle alternative terapeutiche.

 FARMACI E BAMBINI, ALLARME AIFA

I bambini assumono molti farmaci, spesso non necessari o troppo potenti, e di frequente inappropriati, soprattutto antibiotici e rimedi per problemi respiratori. Un farmaco va preso solo in caso di reale necessità e secondo le indicazioni mediche appropriate.

La denuncia è dell’Agenzia italiana del Farmaco. L’esigenza di sensibilizzare la popolazione a un uso responsabile dei farmaci in pediatria è particolarmente sentita poiché troppo spesso si impiegano nei bambini medicinali autorizzati per l’età adulta, ma a dosaggi ridotti. In pratica si considera il bambino come un piccolo adulto, senza contemplare che il farmaco potrebbe non essere adatto, dal momento che il bambino ha un metabolismo e fragilità differenti. Ed è per questa ragione che quando si tratta di somministrare farmaci ai bambini, è fondamentale controllare costantemente la loro efficacia e i loro effetti collaterali (la cosiddetta farmacovigilanza). Tra gli errori ricorrenti c’è quello di somministrare antibiotici in autonomia, senza consultare il pediatra. Ogni episodio infettivo è infatti diverso da un altro ed è per questo che risulta fondamentale la valutazione del pediatra. La metà dei bambini italiani (il 52%) assume almeno un antibiotico all’anno, contro il 14% dei bambini inglesi.

Altro errore comune è quello di curare ogni problema respiratorio con l’aerosol. Il suo utilizzo, per esempio, è del tutto inutile in caso di raffreddore, otite e tosse. Risulta invece una scelta ottimale negli attacchi asmatici o di broncospasmo. Alcuni genitori tendono ad eccedere per placare le loro ansie.

L’assunzione di un farmaco può portare grandi benefici, ma quando si parla di medicine da somministrare ai più piccoli: non bisogna demonizzare né abusare.

SCOPERTA NUOVA TERAPIA ANTI-INFLUENZALE: IN ATTESA MEGLIO PUNTARE SULLA PREVENZIONE

Nonostante il freddo non sia ancora arrivato del tutto, quest’anno cresce già la diffusione dell’influenza in Italia. E tutti sono già alla ricerca di consigli utili per combattere l’influenza. Riposo, alimentazione corretta e medicinali sono solo alcuni dei rimedi per combattere i sintomi influenzali che ci mettono fuori gioco. Ma quali rimedi sono necessari per guarire? Esistono dei farmaci antivirali specifici, ma vanno riservati solamente a pochissimi casi altamente selezionati.

Una recente ricerca, coordinata da Mark Toots e Richard Piemper dell’Istituto di Scienze Biomediche dell’Università della Georgia, pubblicata su Science Translational Medicine, ha riportato la scoperta di una nuova terapia che sarebbe in grado di debellare e stroncare l’infezione sul nascere. Il medicinale, studiato solo su tessuti dell’apparato respiratorio, lavora sui geni del virus: il farmaco infatti crea dall’esterno una serie di mutazioni nel genoma virale che rendono praticamente impossibile, nel tempo, la normale duplicazione del virus, bloccandone quindi l’avanzamento. L’azione della terapia si concentra su uno specifico enzima, chiamato Dna polimerasi, fondamentale perché si verifichino i diversi passaggi che portano alle continue divisioni del virus che si diffonde all’interno delle cellule, provocando la reazione dell’organismo e quindi i sintomi dell’influenza. Inoltre, sembra che il medicinale riesca ad agire su tutti i tipi di virus e di non risentire della resistenza che i virus stessi tentano di sviluppare. In attesa che gli studi americani confermino l’efficacia di questa nuova terapia nei confronti del virus influenzale, è opportuno puntare sulla prevenzione e forza che il sistema immunitario ha nel difendersi dal virus.

E’ fondamentale, quindi, adottare un’alimentazione sana e assumere spremute, verdure varie e cibi che consentano di fare un pieno di vitamina C. Il consiglio è valido in particolare per chi sottopone l’organismo a stress intensi.