COVID 19, NUOVE TERAPIE PER COMBATTERE IL VIRUS

Grazie a continui studi sono state identificate alcune terapie contro il COVID-19 efficaci, ed altri approcci stanno dando risposte incoraggianti nel ridurne la mortalità.

Le ricerche per arrivare ad ottenere una pillola da prendere non appena venuti a conoscenza della propria positività al Covid-19 continuano senza sosta.

Il problema è dato dal fatto che il Coronavirus è in continua evoluzione e, come tutti i virus, per riprodursi usa le cellule umane. Trovare un farmaco in grado di agire senza danneggiare il paziente non è facile, specie durante una lotta contro il tempo.

Il momento preciso dell’infezione virale avvia un conto alla rovescia, mentre il virus risveglia gradualmente il sistema immunitario, creando una stretta finestra di tempo dopo la quale un antivirale è probabilmente inutile.

In altre parole, per Sars-CoV-2 possono essere necessari da pochi giorni a due settimane prima che questi processi immunitari si attivino. Questo significa che qualsiasi sperimentazione clinica per un antivirale richiede un design raffinato: i pazienti devono avere infezioni confermate, ma se stanno già sperimentando gravi sintomi di Covid-19, potrebbero essere troppo lontani per trarne beneficio.

Nonostante il percorso sia complicato, la speranza di arrivare ad avere più di un antivirale, anche a breve termine, sembra esserci.

La speranza di Molnupiravir

Il colosso farmaceutico Msd dovrebbe presentare, a breve, i dati di una terapia orale simile a Remdesivir. La società sta arruolando circa 3mila pazienti, sia ospedalizzati che non, in uno studio di fase 2/3 che determinerà se Molnupiravir, questo il nome del farmaco, impedisce ai pazienti con sintomi lievi di sviluppare la malattia grave.

La speranza di Atea Pharmaceuticals

Un altro farmaco, simbolo di speranza, é l’Atea Pharmaceuticals: AT-527 mira a un enzima chiave della replicazione virale, con un approccio simile alla terapia anti-epatite C. Entro la fine dell’anno, Atea prevede di avere i dati di Fase 2 per i pazienti sia ospedalizzati che non, ma sta anche pianificando uno studio di Fase 3 più ampio sui pazienti ambulatoriali.

L’antivirale Pfizer

Anche Pfizer, impegnata nella produzione del vaccino, non ha abbandonato la ricerca per un farmaco anti-Covid. Tale farmaco, che il mese scorso è entrato in fase di studio clinico, prende di mira il fulcro del processo di replicazione del virus, ovvero l’enzima 3CL. Se Pfizer dovesse riuscire a raggiungere l’obiettivo potrebbe avere un trattamento non solo per Sars-Cov-2, ma anche per i futuri virus pandemici.

L’antinfiammatorio Baricitinib

Baricitinib, un antinfiammatorio orale, che sulla base dei risultati di uno studio pubblicato su New England Journal of Medicine, era già portato all’autorizzazione per l’uso di emergenza della Fda in specifiche popolazione di pazienti.

Un recente studio ha evidenziato una riduzione significativa della mortalità per qualsiasi causa entro il 28esimo giorno tra i pazienti trattati con 4mg giornalieri di questo farmaco, più lo standard di cura, compresi corticosteroidi e remdesivir.

Un risultato netto, che si spera di ottenere con un ampio studio italiano, a cui parteciperanno una trentina di centri. Il farmaco verrà contrapposto e confrontato con Remdesivir e cortisone.

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VACCINI COVID-19 SICURI PER GLI ALLERGICI

I soggetti allergici possono vaccinarsi? Molti allergici hanno questo dubbio, quindi è una domanda a cui è importante saper rispondere.

Quando si parla di vaccini spesso si parla anche di allergie: sono molti, infatti, i pazienti allergici che si pongono domande sulla possibilità che un vaccino possa scatenare reazioni immunitarie eccessive in chi presenta già allergie.

Anche nel caso del vaccino contro COVID-19 sono molti i pazienti allergici che hanno espresso il desiderio di approfondire l’argomento, per poter accedere al programma vaccinale in tutta tranquillità.

Le persone con gravi allergie ad alimenti, farmaci orali, lattice, punture di api o veleno, possono fare il vaccino anti-Covid in sicurezza.

Questo il risultato di un team di esperti del Massachusetts General Hospital (Mgh) che hanno esaminato i dati di oltre 65.000 persone vaccinate con Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson.

La ricerca è partita a fine 2020 e si è arricchita nel tempo. Gli autori del lavoro hanno esaminato tutte le informazioni relative a possibili reazioni allergiche alle vaccinazioni anti-Covid.

Gli esperti rassicurano sul fatto che i vaccini sono sicuri anche per chi ha avuto episodi di anafilassi. Mentre maggior attenzione va data a chi ha avuto reazioni al polietilenglicole. Dunque, gravi reazioni allergiche rimangano estremamente rare.

I ricercatori propongono un approccio modificato alla valutazione dei pazienti con una storia di allergie, partendo da una serie di domande iniziali chiare e semplici per identificare chi è candidabile a tutti i vaccini senza la necessità di una valutazione allergologica. Difatti, con il passare del tempo, gli esperti sono riusciti a restringere in modo significativo il gruppo di pazienti con precedenti allergie che richiedono una valutazione specialistica prima della vaccinazione Covid-19.

Inoltre, consigliano solo ai rari individui che hanno avuto una recente grave reazione allergica al polietilenglicole, un ingrediente dei vaccini, di rivolgersi ad uno specialista per una valutazione, che può includere test cutanei.

La ricerca si muove dalla necessità di consentire a quante più persone possibili di ricevere un vaccino per il Covid-19 in modo sicuro ed evitare inutili esitazioni a causa della mancanza di conoscenze.

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ALLARME AIFA: PRESUNTI RIMEDI ANTI-COVID ONLINE

Farmaci e prodotti acquistati online. Sono copie di prodotti originali, o illegali. L’AVVISO dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.

L’Agenzia italiana del farmaco Aifa rileva «un preoccupante incremento di prodotti acquistati da canali non autorizzati, risultati falsificati. Vale a dire «copie di prodotti originali, o illegali in quanto privi di autorizzazioni alla commercializzazione e/o all’importazione».

Tra questi farmaci c’è un po’ di tutto: presunti rimedi anti-Covid, creme anticellulite irregolari, false pillole dell’amore.

L’Aifa ricorda che la regolamentazione vigente in Italia in materia di vendita online di medicinali al pubblico consente tale attività solo alle farmacie e agli esercizi commerciali parafarmacie o “corner della salute” della grande distribuzione organizzata limitatamente a farmaci senza obbligo di prescrizione, escludendo al momento la possibilità di vendita online di medicinali attraverso le piattaforme di e-commerce.

L’acquisto di tali medicinali da parte dei consumatori italiani può dunque essere effettuato solo attraverso i canali autorizzati che espongano il logo comune.

Dunque, è fondamentale massima cautela nell’acquisto di farmaci online, e di diffidare di quelle che sul web, spesso e frequentemente, vengano presentante come “offerte imperdibili”.

Presunti rimedi anti-Covid

È necessario un atteggiamento prudente anche alla luce dell’attuale quadro legato all’emergenza Covid-19, che potrebbe determinare, come registrato in alcuni Paesi extra europei, l’offerta online di vaccini o presunti rimedi anti Covid-19.

Questi oltre ad essere illegali e privi di qualunque garanzia rispetto a qualità, efficacia e sicurezza, saranno sicuramente molto pericolosi.

In proposito, l’ente regolatorio tricolore rammenta «le iniziative poste in essere da ministero della Salute e carabinieri Nas per l’oscuramento di siti non autorizzati dediti alla vendita di farmaci anti Covid-19 illegali e pericolosi per la salute», come pure «i sequestri di prodotti privi di autorizzazione al commercio, pubblicizzati come medicinali per Covid-19, prevalentemente di origine cinese, venduti illegalmente anche online».

Pillola dell’amore

Un medicinale «a base del principio attivo tadalafil», come noto «indicato nel trattamento delle disfunzioni erettili» maschili. Dodici, sono i casi accertati di confezioni falsificate, spesso riportanti numeri di lotti che non sono risultati coincidere con produzioni originali.

Le raccomandazioni dell’Aifa

L’Agenzia del farmaco raccomanda un’attenta collaborazione di tutti – privati cittadini, professionisti sanitari, aziende e associazioni – affinché i casi sospetti siano costantemente segnalati ad Aifa e al Comando carabinieri tutela della Salute, allo scopo di porre in atto ogni misura necessaria a tutela della salute pubblica e del singolo.

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COME SI CURA IL COVID A CASA? LE RACCOMANDAZIONI DELL’AIFA

Per curare i pazienti Covid a casa l’AIFA ha diffuso delle linee guida.

Curare il Covid da casa: l’Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda la gestione domiciliare dei casi lievi di Covid-19 sia nei casi confermati che probabili, ovvero un caso che «presenta criteri clinici compatibili con COVID e abbia avuto un contatto probabile o confermato con un caso certo; un caso sospetto con imaging radiologico del torace suggestivo per COVID-19; un caso con recente insorgenza di anosmia o ageusia non altrimenti spiegabili».

Cosa si intende per casi lievi di Covid-19?

Quando si parla di casi lievi si intende: presenza di sintomi come febbre (TC>37°C), malessere, sintomi da raffreddamento, cefalea, mialgie, diarrea, anosmia, disgeusia. Nessun segno di dispnea, disidratazione, alterazioni dello stato di coscienza o sepsi.

Quali sono i farmaci da utilizzare per i soggetti asintomatici o con sintomi lievi?

L’Aifa specifica che non esiste «alcun farmaco che abbia dimostrato efficacia nel prevenire la comparsa di sintomi o modificare l’evoluzione della malattia nei soggetti asintomatici e che non esiste attualmente alcun trattamento che abbia dimostrato di essere efficace nei soggetti sintomatici nelle fasi iniziali dell’infezione nel migliorare il decorso clinico o la sua evoluzione»

Tuttavia l’Agenzia formula le seguenti raccomandazioni generali per pazienti asintomatici o con sintomi lievi:

-trattamenti sintomatici (es. paracetamolo);

-idratazione e nutrizione appropriate;

-non modificare terapie croniche in atto (es.terapie antiipertensive);

-non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente.

Quali sono i farmaci da utilizzare per i sintomatici?

L’Aifa indica, per la terapia sintomatica, Paracetamolo o FANS possono essere utilizzati in caso di febbre o dolori articolari o muscolari.

L’Aifa indica come farmaci «che possono essere utilizzati solo in specifiche condizioni» i Corticosteroidi e le Eparine.

Corticosteroidi

L’uso dei corticosteroidi è raccomandato nei soggetti con malattia COVID-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. L’uso dei corticosteroidi a domicilio può essere considerato in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore, se in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia.

Eparine

L’uso delle eparine nella profilassi degli eventi trombo-embolici nel paziente medico con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità è raccomandato dalle principali linee guida in assenza di controindicazioni e deve essere effettuato al dosaggio profilattico previsto in scheda tecnica.

Inoltre, il concetto chiave è no all’automedicazione: i malati di Covid-19 dovrebbero essere seguiti dal medico di famiglia o da un altro medico che si prenda cura della terapia, soprattutto nel suo prosieguo, perché ci possono essere anche accelerazioni dell’infezione e cambiamenti dello stato di salute del paziente.

FARMACI AD USO VETERINARIO: COME CONSERVARLI?

Conservare i farmaci veterinari nelle loro confezioni, proteggerli dalla luce e dall’umidità.

I farmaci veterinari, così come quelli ad uso umano, devono essere conservati in maniera corretta per evitare che perdano di efficacia o non funzionino più.

Per quanto riguarda le compresse devono essere tenute in un posto fresco e asciutto, possibilmente al buio, quindi va bene l’armadietto dei medicinali o un cassetto.

Ovviamente, i farmaci umani devono essere ben distinti da quelli ad uso veterinario, onde evitare che gli uni prendano i farmaci degli altri e viceversa.

Inoltre, è fondamentale che i farmaci sia ad uso umano che ad uso veterinario, siano fuori dalla portata dei bambini per evitare che ingeriscano per errore i farmaci, sia per evitare che li somministrino ai loro animali.

I farmaci dovrebbero essere lasciati nella loro scatola e con il loro bugiardino: se si lasciano le compresse sciolte, fuori dal loro blister, non solo perderanno di efficacia, ma sarà difficile risalire alla natura del farmaco. È consigliabile di scrivere sulla scatola che si tratta di farmaci per il cane e il gatto e la dose prescritta dal veterinario: almeno, se si perde la ricetta, resta un’indicazione per il dosaggio.

Per quanto riguarda i colliri, è fondamentale leggere il bugiardino: molto probabilmente bisognerà buttare il prodotto una volta aperto perché perde di efficacia.

Alcuni farmaci vanno tenuti rigorosamente sempre in frigo, sia aperti che chiusi, come ad esempio il Caninsulin (insulina per il diabete mellito di cani e gatti) o il Tresaderm (gocce otologiche per gli acari di cani e gatti), altri invece vanno tenuti in frigo una volta aperti, vedi per esempio il Milteforan (per la Leishmania dei cani).

I vaccini non dovrebbero essere venduti ai privati, ma solo ai veterinari e i veterinari sanno benissimo che in questo caso la catena del freddo deve essere rispettata scrupolosamente.

In sintesi, quello che non occorre fare con i farmaci ad uso veterinario:

-non esporre il farmaco di nessun tipo al sole;

-non togliere le compresse del blister se non subito prima della somministrazione;

-assicurarsi che il farmaco debba essere tenuto o meno in frigorifero da subito o subito dopo l’apertura;

-non tenere i farmaci a portata dei bambini,

-non tenere i farmaci a portata di cani e gatti,

-non mescolare nell’armadietto dei medicinali farmaci umani e farmaci veterinari, ognuno deve avere un suo scomparto.

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