LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI SUI FARMACI EQUIVALENTI

Un farmaco equivalente contiene lo stesso principio di un farmaco di marca non più coperto da brevetto. I farmaci sono dunque, dal punto di vista terapeutico, equivalenti al prodotto da cui hanno origine e possono quindi essere utilizzati in sua sostituzione.

Ma ci sono diverse domande che spesso vengono poste sui farmaci equivalenti.

Perché il farmaco equivalente costa meno rispetto a quello originale?

Il loro processo di sviluppo non prevede i tempi e i costi della ricerca. Infatti, una volta attestata la bio-equivalenza tra il farmaco generico e il farmaco originatore, la pari efficacia terapeutica del primo rispetto a quella del secondo non necessita di essere ulteriormente dimostrata.

I farmaci equivalenti sono controllati come quelli di marca?

Qualsiasi farmaco, indipendentemente che sia equivalente o di marca, necessita di un’Autorizzazione all’Immissione in Commercio da parte degli organi competenti. Si tratta di un’approvazione che conferma che il farmaco rispetta tutti i requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia.

I farmaci equivalenti sono sicuri?

Un medicinale equivalente è sicuro, perché può usufruire dei dati acquisiti durante i numerosi anni di commercializzazione del medicinale di riferimento.

I farmaci equivalenti sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale?

I farmaci equivalenti, come quelli originali, prevedono delle classi di rimborsabilità: alcuni sono a carico del cittadino altri rimborsati dal SSN.

FARMACI: SOSPENDERE LA CURA SOTTO LA GUIDA DEL MEDICO

Per interrompere l’assunzione di alcuni farmaci è fondamentale seguire delle regole, in quanto i farmaci per funzionare interagiscono con l’organismo e questo deve avere tempo per riadattarsi a stare senza.

Per alcuni principi attivi vi è la necessità di scalare le dosi per «disabituarsi»: ad esempio, i cortisonici vanno abbandonati gradualmente perché influenzano la produzione naturale di ormoni da parte del surrene e uno stop troppo brusco potrebbe provocare insufficienza surrenalica.

La sospensione repentina di una terapia con benzodiazepine, invece, può provocare la comparsa dei sintomi per cui di solito si assumono questi farmaci: come insonnia spesso associata a incubi, forte ansia fino agli attacchi di panico, tensione muscolare.

Per evitare tutto ciò, è opportuno gestire l’abbandono della terapia sotto la guida del medico.

In generale, è sempre consigliabile concordare col medico ogni sospensione di cura, che deve comprendere i motivi per cui il paziente vorrebbe interrompere.

A seconda dei casi, può essere opportuno cambiare farmaco o aumentare la consapevolezza del paziente sulla necessità di proseguire il trattamento anche se non si hanno più disagi evidenti.

FARMACI DA BANCO: AUMENTO DI ACQUISTI ONLINE

Sempre più italiani scelgono il web per fare scorte di rimedi per il benessere fisico in generale e per mantenersi in salute.

In un periodo particolare caratterizzato dall’emergenza Covid-19, gli italiani ha cominciato a rivolgersi al web per l’acquisto di prodotti farmaceutici da banco e parafarmaceutici.

Secondo diversi studi, l’interesse online per i farmaci da banco in genere è aumentato, negli ultimi sei mesi, del +74,0% con un boom nel solo mese di ottobre del 127,8%.

In particolare è aumentata la ricerca online dei prodotti da banco per trattare i problemi cardiovascolari (oltre il +200%) come creme e compresse per rafforzare le pareti venose e migliorare la circolazione, quella dei farmaci gastrointestinali (+144,7%) come i prodotti per l’acidità e la stitichezza, dei prodotti per la salute intima femminile (+112,5%) e quella dei farmaci per il cavo orale (+88,9%) come i collutori e gli spray per la gola.

Si fanno scorte online di prodotti analgesici, antidolorifici e contro la febbre acquistabili senza ricetta medica e che, in via precauzionale, si vuole avere pronti a casa, come il classico Paracetamolo e Ibuprofene, cresciuti del +68,4% negli ultimi sei mesi.

La maggior parte di chi cerca online i Farmaci da banco e prodotti per la salute sono donne (59,3%), sotto i 44 anni (56,2%), che effettuano le ricerche da mobile (77,3%), preferibilmente dal lunedì al giovedì (+24,9% rispetto di giorni venerdì-domenica) e tra le ore 16.00 e le ore 19.00.

EFFETTO COVID: GLI ITALIANI E L’ACQUISTO DEI FARMACI

I farmaci acquistati nel 2020 raccontano la depressione, ansia insonnia e stress da Covid-19

I farmaci acquistati dagli italiani durante il 2020 raccontano molto dei momenti di ansia e tensione durante le diverse stagioni della pandemia e dei loro comportamenti privati nell’anno in cui in tanti per la prima volta nella loro vita hanno perso la libertà.

Sono gli acquisti di psicofarmaci che raccontano la storia di questo anno particolare.

Fra questi: tranquillanti, antidepressivi e stabilizzatori dell’umore, ipnotici ect.

I dati sono forniti da Iqvia, un’azienda globale di analisi avanzate e soluzioni tecnologiche e servizi di ricerca clinica per il settore medico e farmaceutico.

I dati sono selezionati in modo da isolare i comportamenti nelle diverse fasi della pandemia: le variazioni indicate per ogni mese sono quelle relative allo stesso mese del 2019 (con un controllo anche sul 2018) e rivelano oscillazioni abnormi dell’umore e delle attitudini delle persone.

A giudicare dai farmaci psicotropi: da febbraio a settembre gli italiani quest’anno hanno vissuto emotivamente sulle montagne russe: prima la grande paura di primavera, poi una sorta di senso di liberazione quasi anomalo in luglio e soprattutto in agosto, infine il ritorno di una crescente incertezza all’inizio dell’autunno.

Gli italiani hanno all’inizio accettato la clausura con fiducia poi mano man è cresciuta l’ansia, il panico e la depressione; in seguito danno l’impressione di essersi presi più libertà del solito, in una sorta di rivalsa che ha varcato tanti limiti abituali tradizionalmente autoimposti; infine, in settembre, in molti sono tornati ad impaurirsi.