FARMACI FALSIFICATI, MINISTERO DELLA SALUTE: ‘‘Possono essere dannosi’’

Venditori fraudolenti online, facendo leva sui timori e sulle preoccupazioni legati alla pandemia in corso, spacciano per autentici o autorizzati dei medicinali falsificati, sostenendo di garantire un facile accesso a medicinali legali che altrimenti non sarebbero direttamente disponibili. Inoltre, affermano di avere prodotti in grado di curare o prevenire la malattia da COVID-19.

Per medicinali falsificati si intendono farmaci contraffatti che possono contenere il principio attivo sbagliato oppure nessun principio attivo o ancora il principio attivo corretto, ma in quantità errate. Inoltre, possono contenere sostanze molto dannose che non dovrebbero essere impiegate nei medicinali. L’assunzione di questi farmaci può portare gravi problemi di salute o peggiorare una condizione in corso.

L’ EMA, Agenzia europea per i medicinali, invita tutti i cittadini a non acquistare medicinali da siti web non autorizzati e da altri venditori, ma di acquistare solo da farmacie o rivenditori locali o da venditori nazionali online registrati presso il Ministero della Salute.

Sul sito web di Ema, o direttamente sul sito del Ministero della Salute, è possibile recuperare un elenco delle farmacie online registrate dei paesi UE.

Tutte le farmacie online registrate presentano un logo comune che serve a confermare che si tratta di un sito registrato. Il logo è composto da un rettangolo a strisce orizzontali con una croce bianca posizionata sulla parte sinistra, vicino alla linea mediana. Nella parte sottostante è inserita la bandiera dello Stato membro dell’UE in cui è registrata la farmacia online.

Dunque, è fondamentale assicurarsi che la farmacia online visitata sia presente in questo elenco prima di procedere con qualsiasi ordine.

FARMACI, RIPORTARE LA PRODUZIONE IN EUROPA

Secondo i dati di Farmindustria l’Italia è la prima in Europa per produzione di medicinali, con 32 miliardi di euro di fatturato, seguita da Germania (31), Uk (22), Francia (20) e Spagna (15).  Un risultato importante per il nostro Paese che, rispetto agli altri mercati europei, è l’unico in grado di registrare un trend di crescita positivo e costante nella produzione di farmaci.

Tuttavia, nonostante i dati riportati da Farmindustria, la maggior parte dei farmaci venduti in Europa e nel resto del mondo proviene dall’India e dalla Cina. India e Cina, però, non hanno un’industria farmaceutica indipendente, poiché producono principalmente farmaci generici, dato che la ricerca e sviluppo di nuovi farmaci richiedono molto tempo, denaro ed esperienza. Per questo motivo la leadership sui farmaci originali protetti da brevetto è ancora nelle mani delle nazioni industrializzate occidentali, ma la produzione è stata spostata fuori dall’Ue nel corso degli anni.

Riportare la produzione in Europa

Dunque, è possibile riportare la produzione in Europa? La questione inizia ad essere affrontata. Nel febbraio dello scorso anno l’Unione Europea ha deciso di allentare la legge sui brevetti per compensare gli svantaggi economici. Nel frattempo, dovrebbe essere possibile creare le condizioni di una rilocalizzazione in Europa della sintesi dei principi attivi e di alcuni eccipienti essenziali, per raggiungere gradualmente, una indipendenza a livello europeo, in particolare per determinati farmaci, quali antibiotici e antitumorali. Oggi, tra l’altro, è anche consentita la produzione per le scorte.

Coronavirus: Farmaindustria, nessuna emergenza farmaci

Farmaindustria, Associazione delle imprese del farmaco, ha ribadito il suo impegno per tamponare le minacce del nuovo coronavirus. Nella grande emergenza globale, l’industria farmaceutica operante in Italia è consapevole della responsabilità implicita nelle sue funzioni di produzione, di ricerca e di accesso alle cure.

Per questo, l’Associazione continua a garantire la produzione, nonostante le condizioni difficili del momento, in base alle proprie capacità e in termini di responsabilità sociale, nei molti stabilimenti sul territorio, per la maggiore provvista di farmaci e presidi, anche convertendo linee produttive, e di altri strumenti utili ad affrontare l’emergenza nazionale.

Inoltre, Farmaindustria, opera in stretta collaborazione con le Autorità istituzionali e le Organizzazioni Sociali e partecipa, contemporaneamente alle sperimentazioni dedicate ai nuovi farmaci o a farmaci già autorizzati, con aziende localizzate anche in Italia, con lo scopo di trovare terapie immediatamente efficaci per il Covid-19.

Farmaindustria ha richiesto, in questo contento, per garantire le necessarie produzioni e attività di ricerca, di essere considerati un settore di rilevante interessa nazionale per il quale possono essere necessarie modalità di lavoro più intense, nel massimo rispetto delle esigenze di tutela di salute dei collaboratori e famiglie.

ALIMENTAZIONE E FARMACI: ATTENTI ALLE INTERAZIONI

Una delle criticità, largamente sottostimata, nell’ adozione di una efficace terapia farmacologica, è rappresentata dalle interazioni che un farmaco, inteso come principio attivo e suoi eccipienti, può avere con gli alimenti e le bevande che si assumono.

Quando si segue una cura farmacologica è fondamentale prestare attenzione all’alimentazione. Le sostanze chimiche contenute negli alimenti, infatti, possono interagire con i farmaci, modificandone l’azione. Spesso, tali interazioni non sono indicate nei bugiardini.

L’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) sostiene che alimenti e bevande possono influire sull’assorbimento e biodisponibilità del farmaco e renderlo inefficace o provocare degli effetti collaterali. Tale aspetto riguarda in particolare modo coloro che soffrono di malattie croniche che assumono più medicinali nell’arco della giornata e per lunghi periodi di tempo, come le persone anziane.

Alcool

La prima sostanza ad interferire con l’assunzione di tutti i farmaci è l’alcool, che diminuisce l’efficacia e potenzia gli effetti collaterali dei farmaci. Le bevande alcoliche, dunque, vanno evitate quando si assumono antibiotici, antistaminici, analgesici ecc.

Caffeina

La caffeina è presente, non solo nel caffè, ma anche in altri cibi e bevande, come nelle bibite gassate. Non ha gli stessi effetti dell’alcool, ma comunque è insidiosa, può provocare tachicardia ed eccitabilità per chi ha problemi di asma, e quindi in cura con broncodilatatori. Inoltre, a causa della sua azione antiaggregante, la caffeina deve essere limitata da chi assume anticoagulanti, in quanto ne aumenta il rischio di emorragie.

Pompelmo

Sono sempre più numerosi gli studi sulle possibili interferenze tra il pompelmo, in particolare il suo succo e, alcune tipologie di farmaci. Queste ricerche hanno individuato in questo frutto alcune sostanze, come le furocumarine e un bioflavonoide – la naringina – che modificano il metabolismo di molti farmaci e impediscono all’organismo di inattivarli al momento giusto. In particolare, il polpelmo aumenta in maniera significativa la biodisponibilità di diversi medicinali, attraverso un meccanismo di inibizione dell’attività di alcuni enzimi che a livello epatico sono responsabili della trasformazione dei farmaci. Questo fenomeno riguarda tanti farmaci, dagli antibiotici alle statine e altri ancora.

Cibi ricchi di potassio

Quando sì assumo farmaci che determinano un accumulo di potassio, come alcuni diuretici, è opportuno evitare cibi che contengono tanto potassio, come le banane, le verdure a foglia verde, le arance ecc.

Latte e latticini

Gli antibiotici sono tra le classi di farmaci largamente prescritte nella pratica medica. Tuttavia per la loro composizione chimica, tendono a reagire molto facilmente con ioni bivalenti come il Calcio ed il Magnesio, riccamente presenti nel latte e nei suoi derivati. Inoltre, anche se sembra paradossale, il latte, che è un alimento essenziale per il mantenimento delle ossa, può interagire in modo negativo con farmaci impiegati per prevenire e curare l’osteoporosi.

Cibi ricchi di istamina e tiramina

Queste sostanze derivano dagli amminoacidi e si producono nell’organismo. Dunque, è consigliato eliminare alimenti, che ne sono troppo ricchi, in quanto una loro eccessiva concentrazione nel sangue può creare problemi se si assumono farmaci. Ad esempio un aumento della pressione se si assumono antibiotici e antimicotici.

Altri cibi

La liquirizia può essere causa di aritmie e provoca un aumento della pressione arteriosa. Altri cibi hanno invece interazioni con gli anticoagulanti antagonisti della vitamina K. Tra questi vi sono i broccoli, cavoli, spinaci, cavoletti di Bruxelles che ne contrastano l’azione riducendo così l’effetto. Il mirtillo, invece, ne altera l’effetto.