Quali rischi si corrono comprando farmaci online?

Acquistando farmaci da siti poco seri mascherati da affidabili, è facile imbattersi in truffe, falsificazioni e sofisticazioni di ogni genere.

Le persone (soprattutto giovani) che cercano su Internet, fuori dai canali ufficiali, trattamenti estetici e antidolorifici, sono sempre più in aumento; ma ad aumentare sono anche le segnalazioni di prodotti contraffatti o messi sul mercato senza le necessarie garanzie.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha, infatti, registrato negli ultimi mesi un preoccupante incremento delle segnalazioni di prodotti acquistati via web da canali non autorizzati, risultati falsificati o illegali.

Farmaci online, c’è chi approfitta dell’emergenza sanitaria

È fondamentale la massima cautela nell’acquisto di farmaci online, soprattutto quando si parla di infezione da SARS-CoV-2 perché è possibile che accada in Italia ciò che si sta già verificando in alcuni paesi extra europei: l’offerta tramite siti internet e social media di vaccini e terapie anti Covid-19 privi di qualunque garanzia rispetto a qualità, efficacia e sicurezza. Quindi potenzialmente molto pericolosi.

Purtroppo c’è chi approfitta dei bisogni e paure della popolazione per lucrare anche sulle emergenze.

Secondo gli ultimi dati disponibili, antecedenti all’emergenza Covid, rimedi contro l’influenza, preparati vari per la perdita di peso o migliorare le performance sportive, cure per la disfunzione erettile e antidolorifici sono i più gettonati nelle ricerche online degli italiani, insieme diversi prodotti ad uso estetico, come ad esempio il botulino.

Dalle ricerche dell’Aifa e dell’Università La Sapienza di Roma, è emerso che il 65% degli interpellati per l’indagine si definisce come acquirente abituale. Fortunatamente sono in maggioranza i diffidenti, che ritengono poco sicuro l’acquisto di medicinali sul web, ma a preoccupare è quel 44% degli che si dimostra invece fiducioso.

Farmaci online, cosa fare dunque?

Prescrizione medica

Il primo accorgimento da adottare è essere consapevoli che in Italia non è consentita la vendita online di farmaci che richiedono la prescrizione medica, ma solo di quelli da banco, cioè medicinali da automedicazione, indicati solitamente per disturbi di lieve entità.

Logo Ministero della Salute

Altro elemento fondamentale è l’acquisto di farmaci solo attraverso i canali autorizzati che espongano il logo comune, attribuito dal Ministero della Salute, attestante che l’operatore che effettua la vendita online ha regolarmente notificato la sua attività alle autorità competenti e agisce conformemente alle vigenti disposizioni.

Perché si acquistano più farmaci online?

Oltre al risparmio, ciò che spinge i consumatori ad acquistare farmaci online è anche l’imbarazzo nel doversi rivolgere personalmente a un farmacista per ottenere medicinali di questo tipo. Se però il “paziente” considerasse correttamente i rischi che corre nell’utilizzare certi canali, da cui arrivano rimedi di qualità non certificata, spesso falsificati, sicuramente rivaluterebbe l’acquisto che sta cercando di realizzare.

Chi compra di più farmaci online?

Coloro che acquistano più farmaci online solo coloro che hanno maggiore confidenza con il web e con lo shopping in rete, soprattutto giovani oppure adulti con scolarizzazione alta, che finiscono spesso per sottovalutare i rischi ritenendo, più facilmente di altri, di poter identificare venditori affidabili. E che, non di rado, agiscono anche come «intermediari» per amici e parenti.

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Intossicazione da farmaci, cosa fare?

I sintomi e le conseguenze di una intossicazione da farmaci dipendono sensibilmente dal tipo di medicinale.

L’intossicazione da farmaci consiste nell’assunzione volontaria o accidentale di una quantità di farmaco superiore alla dose prescritta dal medico o raccomandata dal foglietto illustrativo.

Generalmente se si assume un medicinale in più rispetto alla quantità indicata non si avranno effetti collaterali gravi: l’intossicazione si manifesta quando le dosi sono nettamente superiori e quando i farmaci in questione sono particolarmente forti.

Quali sono i soggetti più a rischio di intossicazione da farmaci?

I soggetti più a rischio di intossicazione da farmaci sono gli anziani ed i bambini i quali possono commettere errori accidentali per disattenzione o disturbi di memoria.

Quali sono i sintomi dell’intossicazione da farmaci?

I sintomi da intossicazione da farmaci possono variare, tuttavia, i segni più comuni si manifestano:

-Nel sistema nervoso provocando stati confusionali che in casi gravi possono portare al delirio o al coma, più o meno reversibile.

-Nell’apparato respiratorio causando difficoltà respiratorie.

-Nell’apparato gastrointestinale con nausea, diarrea o vomito.

-Nell’apparato cardiaco dando origine a aritmia, brachicardia o tachicardia.

I sintomi possono richiedere del tempo prima di manifestarsi.

Quali sono i tempi di insorgenza dei sintomi?

Le intossicazioni si classificano anche in base al tempo impiegato prima che si manifestino i sintomi.

Si parla di:

Intossicazione acuta: in questi casi i sintomi compaiono in meno di 24 ore e la loro evoluzione è variabile.

Intossicazione subacuta: i disturbi si verificano a diversi livelli. I sintomi non si manifestano subito, bensì dopo diversi giorni.

Intossicazione cronica: è dovuta all’assorbimento continuo o ripetuto di una sostanza tossica. Può anche trattarsi di piccole quantità, ma accumulate nel corpo. È il tipo di intossicazione da farmaci più difficile da riconoscere.

Cosa fare in caso di intossicazione da farmaci?

In caso di intossicazione da farmaci è necessario rivolgersi a un esperto; è consigliato recarsi al pronto soccorso in caso di crisi ed evitare rimedi casalinghi come l’induzione del vomito, che potrebbe incrementare l’infiammazione dell’apparato digerente. Tuttavia, è possibile provocare il vomito, solo se esplicitamente richiesto dal centro tossicologico o da un operatore sanitario.

Nel frattempo, è opportuno tenere sotto controllo le vie respiratorie, la respirazione e il polso del soggetto.

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Differenza tra farmaco e parafarmaco

Proprio come esiste una distinzione tra farmacia e parafarmacia, esiste una distinzione anche tra farmaci e parafarmaci.

In Italia, sono considerati farmaci tutti quei medicinali registrati dal Ministero e si suddividono in:

Farmaci di fascia A, anche detti farmaci essenziali, si tratta di medicinali usati per curare patologie gravi acute o croniche. È evidente che questi hanno l’obbligo di ricetta e sono interamente rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale.

Farmaci di fascia B, ovvero quei farmaci parzialmente rimborsabili e che attualmente sono stati ricollocati nella fascia A e in quella C. Infatti oggi la fascia B non esiste più.

Farmaci di fascia C, che contiene i farmaci non essenziali e utilizzati per la cura di patologie lievi e quindi a carico del paziente e hanno bisogno della ricetta medica per essere venduti.

Farmaci SOP, ovvero Senza Obbligo di Prescrizione, sono medicinali che non prevedono il rimborso e non hanno bisogno della ricetta medica.

Farmaci OTC, anche conosciuti come farmaci da banco, sono medicinali “non soggetti a prescrizione medica”, che il farmacista può tenere sul banco, esponendoli per la libera vendita. Questo è possibile poiché i principi attivi contenuti in tali farmaci sono destinati al trattamento di disturbi minori e di lieve entità, la cui valutazione dei sintomi può essere effettuata dal paziente stesso sulla base delle proprie esperienze, senza la necessità di un monitoraggio continuo da parte del medico curante. I farmaci da banco, per tale ragione, sono anche definiti medicinali da automedicazione. Il paziente può avere accesso e venire a conoscenza dell’esistenza di tali farmaci non solo grazie all’interazione diretta e al consiglio del farmacista, ma anche attraverso la pubblicità, che per questa categoria di farmaci è consentita, a differenza di quanto avviene per i farmaci SOP – senza obbligo di prescrizione medica. Inoltre, i farmaci da banco possono essere venduti non solo all’interno delle farmacie, ma anche nelle parafarmacie e nei cosiddetti “corner della salute”, ormai molto diffusi all’interno dei supermercati della grande distribuzione. La commercializzazione è consentita anche tramite i siti web di farmacie autorizzate.

La differenza tra farmaco e parafarmaco

La distinzione sostanziale è legata esclusivamente alla ricetta. Per meglio dire, i farmaci hanno bisogno di una ricetta medica per essere rilasciati, mentre i parafarmaci possono essere venduti anche senza. Sebbene sia una delle differenze principali, non è l’unica. Oltre alla ricetta, esiste un altro elemento che li distingue: il foglietto illustrativo. Tutti i medicinali sono caratterizzati dal celebre “bugiardino”; ossia il documento che descrive il farmaco in ogni sua forma: dalle caratteristiche farmacologiche, alle indicazioni terapeutiche, il dosaggio, le avvertenze e il suo utilizzo. Questo è rilasciato dal Ministero che lo compila in base alla registrazione ministeriale.

I parafarmaci sono tutti quei prodotti acquistabili in farmacia che non contengo il foglietto illustrativo. Possono essere integrati da un foglietto rilasciato dal produttore, che ne spiega le caratteristiche e l’impiego, ma non è obbligatorio e soprattutto non è previsto dal Ministero.

A cosa serve questa distinzione?

Con l’avvento del commercio elettronico, è fondamentale prestare attenzione ai siti di riferimento ed assicurarsi che i medicinali venduti siano autorizzati. Infatti, non è possibile acquistare online i farmaci di fascia A e C e tutti gli altri che necessitano della prescrizione medica. Una situazione del genere sarebbe illegale, costituirebbe reato. Per avere sicurezze e garanzie occorre affidarsi esclusivamente a farmacie online autorizzate.

Le tipologie di farmaci e parafarmaci che si possono acquistare legalmente in una farmacia online sono:

-I farmaci da banco. Gli e-commerce autorizzati alla vendita di farmaci cosiddetti “da banco”, presentano in ogni sezione, categoria e pagina un logo dell’Unione Europea che ne attesta la legalità. Infatti, essendo cliccabile, rimanda alla pagina del Ministero della Salute con la lista ufficiale di tutte le farmacie online autorizzate.

-I parafarmaci, tra cui gli omeopatici, i dispositivi medici e sanitari, come garze, acqua ossigenata, aghi e molto altro ancora.

-Gli integratori alimentari.

-I prodotti veterinari.

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COVID E VARIANTE INDIANA

Gli effetti della Variante Indiana, ovvero se sia più pericolosa per contagiosità, letalità e resistenza ai vaccini, sono ancora in corso di valutazione. Ma cosa sappiamo di questa mutazione?

L’India sta attraversando il momento più difficile dall’inizio della pandemia: con oltre 300mila contagi e 3mila decessi al giorno.

A contribuire è stata la diffusione di una nuova variante del coronavirus, la variante indiana, per l’appunto, identificata per la prima volta nella seconda metà dello scorso anno e divenuta dominante all’inizio nel Maharashtra e poi anche in tutto il resto del paese.

Variante Indiana del Covid: cosa cambia?

La variante indiana include due mutazioni della proteina Spike, mutazioni che sono già state individuate in altre due varianti. Qualcuno ha ipotizzato che la copresenza di queste due mutazioni, che già attribuivano una capacità replicativa alle rispettive varianti, potesse aumentare la capacità replicativa di questa nuova variante indiana e conferirle una particolare capacità di sfuggire agli anticorpi generati dalle vaccinazioni. Ma quest’ultimo aspetto non è stato ancora provato.

Variante Indiana del Covid: è più contagiosa?

Lo scopo del Coronavirus è quello di eludere l’immunità laddove ci sono molti vaccinati e molti guariti dall’infezione. Il coronavirus Sars-CoV-2 non ha la capacità di replicarsi in tutta la popolazione e per questo motivo deve ‘inventarsi’ qualcosa di nuovo per poter replicare sempre con la stessa efficienza. Così sviluppa queste varianti, per sfuggire alla pressione selettiva imposta dall’immunità. Ma si tratta di varianti talvolta problematiche perché come ci ha insegnato la variante inglese, la madre di tutte le varianti, questa riesce ad infettare di più l’uomo perché aggancia meglio il recettore presente nelle cellule dell’albero respiratorio umano.

Variante Indiana del Covid: i vaccini sono efficaci?

La resistenza ai vaccini deve essere ancora dimostrata. Dai dati iniziali si sospetta una lieve minore efficacia dei vaccini disponibili su questa variante. In base al fatto che sembra diminuire leggermente la risposta degli anticorpi neutralizzanti stimolati dalla vaccinazione, ma non dei linfociti T. Secondo i primi dati da Israele, il vaccino Pfizer-BioNTech è parzialmente efficace contro la variante indiana e anche i primi test di neutralizzazione sul vaccino indiano Covaxin hanno mostrato una buona risposta.

Variante Indiana del Covid: quali sono i sintomi?

I sintomi della variante indiana non cambiano rispetto alle altre varianti del coronavirus Sars-CoV-2; tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono forse un po’ più forti.

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