FARMACI, IMPARARE A LEGGERE IL ‘‘BUGIARDINO’’

Utilizzare i farmaci in modo consapevole e responsabile leggendo attentamente il bugiardino, il foglietto illustrativo.

Imparare a leggere il foglietto illustrativo, comunemente noto anche come “bugiardino”, è molto importante per gestire correttamente l’assunzione del farmaco, soprattutto nei casi in cui si tratta di farmaci da banco, che non prevedono una prescrizione medica.

Alcuni foglietti illustrativi sono di facile lettura e rassicuranti, altri tendono a spaventare i pazienti, sia per l’eccessiva lunghezza del testo che per termini troppo tecnici e poco chiari.

Lo schema comune utilizzato dalle aziende farmaceutiche per la compilazione del bugiardino prevede una serie di domande:

Cos’è?

Denominazione del medicinale: nome commerciale+principio attivo

A cosa serve?

Categoria farmacoterapeutica (ad esempio, antinfiammatorio).

Indicazioni terapeutiche

Elenco dei disturbi per i quali il medicinale può essere utilizzato.

Controindicazioni

Lista dei fattori che possono rappresentare un rischio per l’uso del farmaco.

Precauzioni d’impiego

Cosa deve sapere il paziente prima di iniziare la terapia con il farmaco e tutti i rischi che tale cura può comportare.

Interazioni

Elenco dei farmaci o degli alimenti la cui assunzione con il farmaco potrebbe prevedere dei rischi per la salute del paziente o soltanto ridurne gli effetti benefici.

Avvertenze speciali

Raccomandazioni all’utilizzo corretto del medicinale per la salute propria e delle persone che ci circondano (tenere lontano dalla portata dei bambini).

Posologia

Dose, modo e tempo di somministrazione del medicinale.

Sovradosaggio

Lista dei rischi legati ad uso eccessivo del farmaco.

Effetti Indesiderati

Elenco di tutte le reazioni che il farmaco può provocare .

Conservazione

Il modo di conservare il farmaco per evitare che si danneggi perdendo efficacia.

Scadenza

Tempo entro il quale l’utilizzo del farmaco è sicuro, riferito alla confezione integra e correttamente conservata.

Composizione

Elenco dei principi attivi (sostanze terapeuticamente attive) e di tutti gli eccipienti (sostanze prive di valore curativo che concorrono però all’efficacia del farmaco e ne determinano la consistenza).

FARMACI E LATTOSIO, COME COMPORTARSI?

Il lattosio è presente come eccipiente in tantissimi farmaci, soprattutto quelli in compressa. 

Secondo studi recenti, ben 20 milioni di persone in Italia sono esposte all’intolleranza al lattosio, ovvero manifestano un qualche grado di malassorbimento dello zucchero contenuto nel latte a causa di una ridotta attività dell’enzima deputato a scinderlo, la lattasi.

Il lattosio, però, non è presente solo negli alimenti, ma anche nei farmaci dove è spesso presente nella lista degli eccipienti poiché ha un ottimo potere legante.

Cosa fare dunque se il farmaco in questione è unico e contiene lattosio?

Ad esempio nella condizione patologica dell’ipotiroidismo, il trattamento prevede medicinali contenenti lattosio. La levotiroxina risulta essere tra i farmaci più prescritti al mondo, abitualmente commercializzato in formulazione solida sotto forma di compresse. Questa formulazione, la più usata in commercio contiene lattosio, anche se in concentrazione inferiore a quella in grado di provocare disturbi nella maggior parte degli intolleranti al lattosio

Da qualche mese una formulazione in compresse senza lattosio, risulta ad esaurimento scorte ovvero non più prodotta dalla relativa azienda farmaceutica.
Esiste l’opportunità di passare oltre che dalla formulazione in compresse a quella liquida anche quella di passare al prodotto generico in compresse, ma senza lattosio.

In caso di ipotiroidismo, infatti, a inizio trattamento si può tranquillamente decidere di assumere il farmaco levotiroxina generico, controllando la lista degli eccipienti, ma in caso di trattamento con farmaco non generico (privo di lattosio) bisogna tenere a mente che l’AIFA consiglia di passare da un prodotto a base di levotiroxina con un analogo generico previa informazione al paziente e controllo dei valori di TSH (e della FT4 nell’ipotiroidismo centrale) dopo 4-6 settimane.

Particolare cautela deve essere riservata, in caso di sostituzione, nei pazienti dove non sono ammissibili oscillazioni nel controllo dell’ipotiroidismo come succede nelle donne in gravidanza o che stiano pianificando il concepimento; in caso di ipotiroidismo, congenito o acquisito, in età pediatrica; in caso di terapia soppressiva in pazienti con pregresso carcinoma tiroideo, soprattutto se fragili o anziani; e nei pazienti con ipotiroidismo centrale (ridotta secrezione del TSH da parte dell’ ipofisi anteriore o da una ridotta secrezione ipotalamica del TRH)

ASSUNZIONE FARMACI VIA ORALE, NON SEMPRE SEMPLICE

L’assunzione dei farmaci  per via orale, in generale, rappresenta la via di somministrazione più pratica, economica e sicura per assumere un farmaco, ma non è sempre accessibile.

Molti farmaci possono essere somministrati oralmente sotto forma di liquidi, capsule, compresse o compresse masticabili. La via orale è quella più utilizzata perché è la più conveniente e, solitamente, la più sicura e la meno costosa.

In realtà, non è sempre accessibile, specie per coloro che hanno difficoltà a ingoiare, per i pazienti scarsamente disposti a cooperare, oppure nei momenti in cui questa via di assunzione risulta impraticabile in presenza di vomito o diarrea.

Questo non riguarda soltanto i bambini, spesso anche gli adulti non riescono proprio a deglutirle.

Dunque, come regolarsi per unire praticità ed efficacia nel consumo dei medicinali prescritti dal medico curante?

Se il farmaco è disponibile in capsule, si possono aprire e scioglierne il contenuto in acqua?

Questa è un’operazione che potrebbe essere in linea di principio accettabile. Ma è da evitare nel caso in cui l’involucro della capsula non sia immediatamente solubile in ambiente acquoso e abbia una sua specifica funzionalità.

Che differenza passa fra una bustina e una compressa effervescente?

Da un punto di vista biofarmaceutico non dovrebbero esserci differenze, ci si aspetta che quantità di farmaco assorbita e velocità di assorbimento siano comparabili.

Se il farmaco è disponibile solo in compresse, si possono frantumare?

Solo nel caso si tratti di compresse a pronto rilascio, questa operazione non deve essere assolutamente applicata per compresse a rilascio modificato. Il riferimento ancora una volta è il foglietto illustrativo. L’assunzione di queste forme dopo triturazione comporta grandi rischi di effetti collaterali dovute al raggiungimento di concentrazioni plasmatiche superiori a quelle comunemente tollerate. In ogni caso, per medicinali diversi da quelli  da banco, ogni eventuale manipolazione degli stessi va sottoposta al giudizio del medico che li ha prescritti.

Per chi non può o non riesce ad ingoiare, meglio ripiegare su una formulazione liquida o in supposta?

Si tratta di un’opzione accettabile solo nel caso si tratti di medicinali da banco facendo comunque attenzione al dosaggio. La biodisponibilità e quindi la dose utile per l’effetto terapeutico può essere funzione anche della via di somministrazione.

FARMACI AD USO VETERINARIO, COME CONSERVARLI

Per la sicurezza dei propri familiari, è importante che in ogni casa sia presente un armadietto medicinali, lontano dalle fonti di calore, questo vale anche per i nostri amici pelosi.

La qualità dei farmaci veterinari, così come quella dei farmaci per uso umano, è essenziale e deve essere garantita.

Per questo motivo l’Agenzia nazionale per i medicinali veterinari fornisce le sue raccomandazioni per la conservazione dei medicinali.

Per quanto riguarda le compresse, normalmente basta tenerle in un posto fresco e asciutto, possibilmente al buio, quindi va bene l’armadietto dei medicinali o un cassetto. È opportuno, se si utilizza lo stesso armadietto dei medicinali umani, assicurarsi che i farmaci umani siano ben distinti da quelli ad uso veterinario, onde evitare che gli uni prendano i farmaci degli altri e viceversa.

Inoltre, è fondamentale lasciare i farmaci nella loro scatola e con il loro bugiardino: se si lasciano le compresse sciolte, fuori dal loro blister, non solo perderanno di efficacia, ma non saprete più che farmaco fosse.

Per quanto riguarda i colliri, è fondamentale leggere attentamente le avvertenze: molto probabilmente il prodotto dovrà essere buttato una volta aperto.

Alcuni farmaci vanno tenuti rigorosamente in frigo, sia aperti che chiusi, ad esempio il Caninsulin (insulina per il diabete mellito di cani e gatti) o il Tresaderm (gocce otologiche per gli acari di cani e gatti), altri invece vanno tenuti in frigo una volta aperti, per esempio il Milteforan (per la Leishmania dei cani).

Sanità, abolito il superticket: la tassa sulla tassa

Da oggi, primo settembre, entra in vigore l’abolizione del superticket, la quota aggiuntiva per le prestazioni sanitarie specialistiche.

In questi anni è stato accusato di allontanare i cittadini dalla sanità, di rendere concorrenziali le tariffe del privato perché quelle del pubblico per certe categorie di cittadini diventavano troppo alte. Da oggi 1° settembre, entra in vigore l’abolizione del superticket, il plus fino a 10 euro sulle prestazioni di diagnostica e specialistica ambulatoriale che i cittadini, con modalità variabili, pagavano in aggiunta alla quota fissa di compartecipazione alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale.

La cancellazione del superticket è stata decisa dalla legge di Bilancio 2020, il governo ha stanziato 550 milioni all’anno per l’abolizione. Anche se in varie regioni il superticket era già stato tolto o ridotto negli anni scorsi, la manovra tiene comunque conto anche di quanto le varie realtà locali che lo hanno eliminato hanno dovuto spendere. Quindi tutte le regioni riceveranno, nel fondo sanitario nazionale, i soldi necessari a rimpiazzare gli introiti della tassa.

Il superticket non veniva pagato ovviamente dagli esenti, cioè coloro che hanno determinate patologie importanti oppure hanno meno di 6 o più di 65 anni e vivono in famiglie dove il reddito annuo è inferiore a 36.151,98 euro. Lo pagavano quindi, in quasi tutte le regioni, coloro che hanno tra i 6 e i 65 anni e guadagnano più di 36 mila euro.

Ora queste persone non hanno più questa tassa ma devono comunque, come gli altri non esenti, corrispondere il ticket, che vale, sempre per prestazioni specialistiche ambulatoriali, fino a 36 euro a ricetta.