LA GIORNATA DI RACCOLTA DEL FARMACO

Nel 2020 Banco Farmaceutico compie 20 anni e in tale occasione la Giornata di Raccolta del Farmaco, non si limiterà ad un solo giorno, ma si svilupperà dal 4 al 10 febbraio. Una settimana solidale per donare medicinali in sostegno alle situazioni di povertà. In questi giorni, sarà possibile acquistare uno o più medicinali da banco, senza obbligo di prescrizione, in una delle oltre 5.000 farmacie che, in tutta Italia, aderiscono all’iniziativa. I farmaci saranno donati agli enti assistenziali che gratuitamente offrono cure e supporto a chi versa in difficoltà economiche.

Chi è Banco Farmaceutico?

Banco Farmaceutico nasce nel 2000 dalla collaborazione attiva tra Compagnia delle Opere e Federfarma con la volontà di rispondere al bisogno farmaceutico delle persone indigenti mettendo in relazione farmacie, aziende farmaceutiche ed Enti assistenziali che operano capillarmente sul territorio. La prima Giornata di Raccolta del Farmaco è stata realizzata nel dicembre 2000, limitatamente alla sola città di Milano; Banco Farmaceutico ha rapidamente esteso la propria presenza a tutto il territorio nazionale.

Come riconoscere le farmacie che aderiscono?

Le farmacie saranno riconoscibili attraverso l’esposizione della locandina della Giornata di Raccolta del farmaco. La Giornata si concentra sulle categorie di farmaci più utilizzate: antinfluenzali, antinfiammatori e antipiretici.

Perché estendere le attività di raccolta ad una settimana?

L’obiettivo nazionale è di migliorare la raccolta registrata nel 2019. La decisione di estendere le attività di raccolta deriva soprattutto dall’esigenza di rispondere in maniera più efficace al fabbisogno espresso dagli enti che ricevono i farmaci raccolti. Nel 2019, nonostante siano state raccolte 421.904 confezioni di farmaci, è stato possibile soddisfare solamente il 40,5% delle richieste degli enti; dimostrazione che la povertà sanitaria rimane un problema preoccupante e di elevate dimensioni. In Italia ci sono 1,8 milioni di famiglie e 5 milioni di individui che vivono in condizioni di ‘’ indigenza. “

La Giornata è resa possibile da quasi 24.000 volontari e da oltre 15.000 farmacisti, patrocinata dall’Agenzia Italiana per il Farmaco ed organizzata in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, FederchimicaAssosalute, Assogenerici, Federsalus e BFResearch.“

Coronavirus: informazioni e dettagli sul nuovo virus che sta preoccupando il mondo

Si chiama in gergo scientifico “2019-nCoV” ed è, più semplicemente, il nuovo coronavirus, salito alla ribalta delle cronache mondiali di recente, dopo aver fatto la propria comparsa nella città cinese di Wuhan, nell’Hubei, lo scorso 24 dicembre.

Ma che cos’è il virus nato in Cina che sta preoccupando il mondo?

Il suo nome non è molto evocativo: tecnicamente è un Betacoronavirus. Un nome che però rimanda alle precedenti patologie che in passato, per alcuni soggetti, si sono rivelati essere letali, Sars (2002-2003) e Mers (2012). Si tratta di un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie. Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie. I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa e alcuni nel nuovo millennio. E sono: 229E (coronavirus alpha), NL63 (coronavirus alpha), OC43 (coronavirus beta), HKU1 (coronavirus beta), e poi i più celebri, MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome), SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome) e infine 2019 Nuovo coronavirus (2019-nCoV).

Quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni di un’infezione da coronavirus nell’uomo includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale. In particolare: i coronavirus umani comuni di solito causano malattie del tratto respiratorio superiore da lievi a moderate, come il comune raffreddore, che durano per un breve periodo di tempo.

Come si trasmette il virus?

Alcuni coronavirus possono essere trasmessi da persona a persona, di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto. Per evitare di essere contagiati è opportuno seguire alcune regole basilari: il mantenimento dell’igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche) e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani), evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate ed evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti. In particolare, per quanto riguarda il nuovo coronavirus identificato in Cina, si raccomanda di posticipare i viaggi non necessari a Wuhan.

Esiste un vaccino per il coronavirus?

No, essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino. La terapia di supporto, basata sui sintomi del paziente, può essere molto efficace.

Che fare se si presentano i sintomi del virus?

In caso di sintomi riferiti a una malattia respiratoria, prima, durante o dopo un viaggio, i viaggiatori devono rivolgersi a un medico e informarlo del loro viaggio.

Combinazione di antibiotici, accelerano la resistenza batterica

Ogni volta che utilizziamo degli antibiotici, i batteri, capaci di resistere alla loro azione, sopravvivono e approfittano dell’eliminazione dei batteri sensibili per proliferare e attaccare altre forme di vita. La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale che esiste da milioni di anni. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Gerusalemme, pubblicata sulla rivista Science, le combinazioni di antibiotici, usate sempre più spesso nella pratica clinica per aumentare le chance di guarigione del singolo paziente, potrebbero accelerare lo sviluppo delle resistenze batteriche, contro cui la medicina tradizionale sta lottando ormai da anni. Gli antibiotici sono un bene prezioso che si sta esaurendo nel tempo. Affinché la loro efficacia possa rimanere inalterata in futuro è necessario che tutti contribuiscano attraverso un uso corretto e responsabile. Nella pratica clinica succede frequentemente che il medico prescriva 2 antibiotici diversi contemporaneamente o in rapida successione, a distanza di giorni l’uno dopo l’altro. Lo studio israeliano, diretto da Nathalie Balaban, è il primo a dimostrare che somministrare due antibiotici in combinazione allo stesso paziente può favorire lo sviluppo di resistenze batteriche. Anche se nel singolo paziente questo non comporta alcun problema e la combinazione antibiotica risulta efficace, secondo gli scienziati israeliani, questa pratica clinica potrebbe essere pericolosa a livello di salute pubblica, favorendo l’insorgenza di resistenze.

L’uso responsabile degli antibiotici permetterà a tutti di avere sempre a disposizione medicinali efficaci per le malattie batteriche. Al contrario, lo sviluppo di antibiotico-resistenza, conseguente a un uso inappropriato degli antibiotici, mette a rischio la salute di ognuno di noi.

Influenza 2020, l’allarme contro il fai da te

Un milione e 400 mila italiani a letto con l’influenza, ma da qui a fine gennaio il numero è destinato a crescere ed a toccare il picco, così afferma l’ultimo bollettino del sistema di sorveglianza Influnet. I soggetti più colpiti sono i bambini e chi non si è vaccinato.

Quali sono i sintomi?
Febbre, termometro che all’improvviso segna valori alti, forti dolori muscolari e problemi respiratori che lasciano spesso senza forze. I sintomi dell’influenza 2020 possono essere molto debilitanti. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci giorni, ma alcuni soggetti (quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con patologie croniche), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della loro condizione di base.

Come curare l’influenza?
Anche se la regola fondamentale è rinunciare al lavoro e agli altri impegni non appena compaiono i sintomi, restare in casa non basta. Per aiutare l’organismo a sconfiggere il virus è fondamentale non eccedere con i farmaci, evitando le prescrizioni fai da te. Gli antibiotici in questo caso non servono, anzi, possono essere pericolosi, perché agiscono sui batteri e non sui virus responsabili dell’influenza stagionale e possono indebolire ulteriormente le difese immunitarie, rendendo l’organismo ancora più vulnerabile all’azione virale.
Secondo il presidente della SITA (Società Italiana Terapia Antinfettiva), Matteo Bassetti, nonostante le raccomandazioni il fenomeno dell’autoprescrizione degli antibiotici non si è placato. Troppi italiani ricorrono senza l’indicazione del medico agli antibiotici rimasti nel cassetto! Si tratta di un comportamento dannoso anche per le conseguenze di sanità pubblica: l’abuso di questi medicinali favorisce la selezione di batteri resistenti, capaci di fare barriera quando è necessario contrastare germi pericolosi.

Come prevenire il contagio?
La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo nel limitare la diffusione dell’influenza.

Il consiglio per affrontare l’influenza è dare modo all’infezione di sfogarsi, restare in convalescenza i giorni necessari per riprendere le forze ed evitare di uscire di casa per non diffondere i virus nella comunità.