AIFA: I TEMPI DI AUTORIZZAZIONE DEI FARMACI IN CALO

L’Italia si posiziona tra i primi paesi europei rispetto ai tempi di autorizzazione dei nuovi farmaci.

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha condotto uno studio sui tempi di autorizzazione delle procedure di prezzi e rimborso dei farmaci relativamente al triennio 2018-2020. Lo scopo è quello di monitorare e ottimizzare le proprie tempistiche e rendere tempestivamente accessibili i farmaci ai pazienti.

Lo studio misura le tempistiche attraverso tre indicatori:

-il tempo di verifica amministrativa, che misura il numero di giorni che intercorrono dalla presentazione della domanda da parte delle aziende farmaceutiche al completamento della verifica amministrativa;

-la durata complessiva del procedimento che misura i tempi necessari al completamento della procedura;

-il tempo di arrivo in Gazzetta Ufficiale, corrispondente alla pubblicazione del provvedimento di rimborsabilità e prezzo di un farmaco.

Il numero delle procedure oggetto di analisi da gennaio 2018 a dicembre 2020 è 2.476, pari in media a 825 l’anno. In particolare il tempo di verifica amministrativa (ovvero i giorni che intercorrono dalla presentazione della domanda da parte delle aziende al completamento della verifica amministrativa) nel 2018 è stato in media di 17 giorni per il farmaco non generico e 10 per il generico, mentre nel 2019 i valori sono di 13 e 19 giorni.

Mentre la durata complessiva del procedimento, ossia dalla data di avvio alla data di conclusione, includendo i tempi di valutazione da parte delle commissioni consultive dell’Agenzia, nel 2018 è stato in media di 275 giorni se il farmaco non è generico e di 91 giorni se il farmaco è generico, con valori analoghi nel 2019, rispettivamente 241 e 96 giorni.

Infine, il tempo di arrivo in Gazzetta Ufficiale, dalla data di conclusione del procedimento alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del relativo provvedimento, nell’anno 2018 è in media 78 giorni se il farmaco è non generico e 71 giorni se generico. Nel 2019 è 61 e 58 giorni rispettivamente per farmaco non generico e farmaco generico.

I dati dello Studio sono stati confrontati con le tempistiche dei principali paesi europei: dal confronto emerge che le tempistiche di AIFA sono da ritenersi soddisfacenti, infatti l’Italia si posiziona tra i primi paesi europei in ambito di autorizzazione dei medicinali, con valore medio pari a 418 giorni rispetto a una media europea di 504 giorni e a fronte di un elevato numero di farmaci totalmente rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.

Continua a seguirci:

www.petroneforniture.it

La terza dose non per tutta la popolazione: l’EMA valuta i dati a disposizione

L’Agenzia europea del farmaco valuta i dati sull’uso di una terza dose aggiuntiva di un vaccino a mRNA (Moderna e/o Pfizer) in persone gravemente immunocompromesse.

L’EMA ha iniziato a valutare una domanda per l’uso di una dose di richiamo del vaccino Pfizer da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose.

Sebbene Ema non consideri urgente la necessità di dosi di richiamo del vaccino Covid-19 nella popolazione generale, si sta valutando la domanda del produttore di Pfizer per garantire che siano disponibili prove a sostegno di ulteriori dosi, se necessario.

Riguardo alle persone fragili o immunocompromesse ci sono maggiori pareri favorevoli (ed evidenze mediche), riguardo al ricorso alla terza dose per l’intera popolazione e alla scadenza temporale indicata (6 mesi), la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ribadito che non ci sono prove scientifiche che mostrino la necessità di ricorrervi.

Riguardo al calo dell’efficacia vaccinale, visto che la cifra dipende moltissimo dalla percentuale di popolazione vaccinata nei singoli Paesi, ma anche dalle misure adottate (come green pass, chiusure etc), i dati sono disomogenei ma simili nell’indicare una discesa che coinvolge la capacità di trasmissione (i contagi che riprendono), ma non la protezione nei confronti di ricoveri e decessi che rimane solida.

Per questo sembra prematuro parlare di una terza dose per tutta la popolazione.

Per misurare il reale calo di protezione, infatti, servono studi sugli anticorpi e popolazioni controllate. Si è fatto in alcuni Paesi sui sanitari e si è visto un lieve calo, in effetti, dopo circa sei mesi in alcuni studi. Anche questi studi non danno una risposta certa, perché l’immunità data dai vaccini coinvolge non solo gli anticorpi (che salgono subito dopo l’inoculazione e scendono qualche mese dopo), ma anche le cellule T e C del sistema immunitario, che hanno memoria del tipo di virus da «attaccare» e intervengono mesi o anni dopo il vaccino e su questi i test fatti sono ancora pochi, anche perché pochi sono i mesi trascorsi dalla prima vaccinazione di massa.

La scienza ha bisogno di tempo, i decisori politici devono prepararsi e intervenire con altri tempi, basandosi sui consigli dei comitati scientifici che vagliano i dati a disposizione in quel momento.

Continua a seguirci:

www.petroneforniture.it

ESONERO DAL VACCINO ANTI COVID

L’esenzione dal vaccino: chi può chiederla

Da quando è stato introdotto l’obbligo di green pass, i medici devono far fronte a un effetto collaterale non da poco: l’enorme quantità di richieste di esonero dal vaccino. Per motivi di salute alcune persone non possono infatti essere sottoposte all’immunizzazione, mentre le donne in gravidanza sono un caso particolare.

Ma le vere controindicazioni alla vaccinazione anti-Covid-19 sono poche e precise.

L’Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e di Comunità (Assimefac) ha stilato un vademecum per fornire delle indicazioni ai medici deputati a rilasciare l’esonero al vaccino.

Donne in gravidanza e le neo-mamme durante l’allattamento

Le donne in gravidanza e le neo-mamme durante l’allattamento, il vaccino anti-Covid non è controindicato, si può fare. Tuttavia, qualora dopo valutazione medica si decida di rimandare la vaccinazione, alla donna in gravidanza potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione. Anche in questo caso, quindi, la valutazione è individuale.

Soggetti allergici

L’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, sul proprio sito, chiarisce che si possono vaccinare contro il Covid tutte le persone con allergie alimentari, al lattice, da contatto (dermatiti) e anche ai farmaci, eccetto chi ha una sospetta allergia grave agli eccipienti denominati polietilenglicole, macrogol e polisorbato, che deve rivolgersi prima a un allergologo.

Casi di sindrome trombotica

Oltre ad allergie a certe sostanze chimiche specifiche le controindicazioni riguardano quei soggetti che abbiano avuto una sindrome trombotica associata a trombocitopenia, una sindrome da perdita capillare, la sindrome di Guillain- Barrè o una reazione allergica grave dopo la prima dose di uno dei vaccini.

Precauzioni in caso di miocarditi e pericarditi

In caso di miocarditi – pericarditi insorte a seguito di somministrazione di un vaccino a mRna (Pfizer o Moderna), va invece presa la precauzione di inviare il paziente a svolgere una consulenza cardiologica; può essere preso in considerazione, per il completamento dell’iter vaccinale, l’utilizzo di un’altra tipologia di vaccino. Inoltre, in caso di una reazione allergica immediata verificatasi dopo un altro vaccino bisognerà avere la precauzione di valutare tipo e gravità della reazione e inviare il paziente da uno specialista idoneo. Infine anche in caso di gravidanza, anche se il vaccino non è controindicato, si può valutare la precauzione di un consulto da uno specialista.

Casi di infezione in corso o quarantena

Il rinvio al vaccino, invece, può essere attribuito a chi è in corso di infezione da Sars-CoV-2 o in quarantena. La guida raccomanda anche ai medici di spiegare ai pazienti che ottengono la certificazione di esonero alla vaccinazione che questa non consente di ottenere il Green-Pass. L’esonero dà diritto però a un certificato (per ora cartaceo, in seguito digitale) che consente di accedere a tutti i servizi per i quali è richiesto il green pass.

Continua a seguirci:

www.petroneforniture.it

FARMACO UNICO CONTRO IL COVID E LE SUE VARIANTI

I vaccini restano l’arma più efficace contro il Covid; ma la comparsa di varianti sta accelerando la ricerca di farmaci «universali» per bloccare il virus, in tutte le sue mutazioni.

Ad un anno di pandemia, il virus non ne vuole sapere di piegare la testa, prova le varianti proliferate in questi mesi, che hanno reso il quadro generale ancor più complicato. Al momento, la più pericolosa è la cosiddetta variante Delta, adesso dominante in tutta Europa, in scia alla quale i contagi sono tornati a salire in Francia, Germania, ma anche in Italia seppur, per ora, con numeri più contenuti.

La preoccupazione più diffusa è che nuove eventuali varianti possano, prima o poi, eludere completamente la copertura vaccinale.  Per questo, si sta accelerando sempre di più sulla ricerca di farmaci “universali” in grado di mettere ko virus e mutazioni.

Una recente ricerca di un team dell’Università di Toronto ha scovato due proteine che potrebbero essere bersagliate dai medicinali, bloccando il virus in tutte le sue mutazioni.

La ricerca ha analizzato le proteine virali in 27 specie di coronavirus e migliaia di campioni da pazienti Covid, con l’obiettivo di scovare sequenze proteiche che possano essere «bersagliate» dai farmaci.

I vaccini colpiscono soprattutto la proteina Spike, che non è fra quelle che si mantengono identiche nelle varianti del virus riscontrate finora. Attraverso un algoritmo, il team dell’Università di Toronto ne ha scoperte due (nsp12 e nsp13) condivise da tutte le 27 specie di coronavirus analizzate dall’indagine. Come è noto, i virus mutano: ma se mantengono uguali delle precise strutture proteiche significa che queste sono molto importanti.

I farmaci che bersagliano la nsp12 sono già approdati alla fase II e III dei test clinici, mentre un prodotto che si concentri su nsp13 dovrebbe diventare una «priorità» per lo sviluppo di nuovi farmaci.

La ricerca di un farmaco valido per tutte le varianti di coronavirus, è diventata ancora più preziosa col moltiplicarsi di varianti capaci di eludere la copertura vaccinale. Ma in realtà sono in atto da mesi ricerche, con investimenti miliardari, per brevettare soluzioni che si alternino o integrino le somministrazioni di vaccini.

Nel giugno del 2021 l’amministrazione Usa ha lanciato il cosiddetto Antiviral Program for Pandemics, un piano da 3,2 miliardi di dollari per accelerare sviluppo e sperimentazione di farmaci antivirali per arginare la malattia. Sulla stessa linea, si muove anche l’Europa  anche se ad oggi il raggio d’azione è piuttosto ridotto:  l’ unico antivirale che ha ricevuto l’ok dell’Agenzia europea del farmaco (EMA), infatti,  è il Remdesivir: un medicinale sviluppato dall’azienda Gilead Sciences, già utilizzato in precedenza contro l’epidemia di Ebola.

Continua a seguirci per altre informazioni!

www.petroneforniture.it

Farmaci illegali online: cure e terapie per il Covid

Dalle medicine per il Covid, all’interruzione volontaria della gravidanza: un mercato nero sul web che ha portato tra giugno e luglio, i Carabinieri del Nas ad oscurare 95 siti web, collegati a server esteri, sui quali venivano promosse e offerte, anche in lingua italiana.

Tra giugno e luglio, i Carabinieri del Nas hanno oscurato 95 siti web, collocati su server esteri, sui quali venivano promosse e offerte, anche in lingua italiana, varie tipologie di farmaci correlati anche all’emergenza pandemica da Covid-19.

Oltre ad una serie di medicinali recanti varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, vendibili solo in farmacia, i militari hanno individuato l’offerta di prodotti contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego clinico o sperimentale in relazione all’infezione da Sars-Cov-2 come gli antivirali lopinavir/ritonavir, l’antibiotico azitromicina, gli antivirali remdesivir e ribavirin, gli antimalarici clorochina e idrossiclorochina e l’antinfiammatorio colchicina.

Tra i prodotti presenti sui siti oscurati, sono stati rilevati non solo farmaci contro la disfunzione erettile e contenenti sostanze a effetto dopante (quali il clenbuterolo, broncodilatatore utilizzato nel trattamento dell’asma, e l’antidolorifico tramadolo), ma anche prodotti a base di sofosbuvir, antivirale per la cura dell’epatite C, quetiapina, neurolettico utilizzato nella terapia dei disturbi psicotici, indometacina, antinfiammatorio non steroideo impiegato nel trattamento delle malattie articolari degenerative, e ranitidina, utilizzata per la cura dell’ulcera gastrica o del reflusso gastroesofageo.

La raccomandazione è sempre la stessa: i cittadini devono diffidare dalle offerte in rete di medicinali non autorizzati o di dubbia provenienza; la vendita on line di farmaci soggetti a obbligo di prescrizione è assolutamente vietata e che, per quanto riguarda l’offerta in vendita dei ‘medicinali senza obbligo di prescrizione’, è necessario verificare sempre la presenza del previsto logo identificativo nazionale cliccando il quale si viene rimandati alla pagina web del sito internet del ministero della Salute contenente i dati relativi all’autorizzazione.

Continua a seguirci per altre news!

TUMORE AL SENO: 15 NUOVI PROTOCOLLI

Tumore al seno: si sperimentano farmaci innovativi nell’ambito di nuovi protocolli.

A partire da gennaio 2021 sono stati aperti all’Istituto nazionale Tumori Irccs Fondazione G.Pascale di Napoli ben 15 nuovi protocolli internazionali, che si aggiungono ai 50 già attivi, per il tumore al seno.

L’obiettivo è quello di offrire alle nostre donne le migliori terapie possibili al mondo, evitando inutili e spesso deleteri viaggi della speranza.

Fare questo a Napoli, in una sanità falcidiata da anni di commissariamento e con risorse del tutto inadeguate, non è semplice ma il risultato raggiunto è la dimostrazione che con la passione e la costanza tutto è possibile.

Lo studio Destiny B12

Tra i nuovi protocolli in corso, c’è lo studio Destiny B12 dedicato alle donne con tumore mammario metastatico Her2+, uno dei principali sottotipi di tumore al seno.

Questo studio prevede l’impiego di un nuovo farmaco molto potente, il trastuzumab-deruxtecan. Fa parte di un ‘pacchetto’ di studi su questo farmaco già attivi o in corso di attivazione presso il nostro Istituto e che fanno del Pascale uno dei principali centri di sperimentazione al mondo con questa nuova arma terapeutica.

Presso l’Istituto Pascale l’arruolamento è già in corso e dovrebbe andare avanti fino a dicembre del prossimo anno e per partecipare è necessario farsi valutare in uno dei centri presso i quali il protocollo è attivo.

Tra i centri italiani in programma di apertura ci sono altre sei importanti istituzioni oncologiche: IOV-Padova, San Raffaele-Milano, Ospedale-Prato, Policlinico-Ancona, Ospedale-Bergamo, Humanitas-Catania oltre ai principali centri oncologici in altre parti del mondo.

Lo studio Zest

Un altro protocollo sperimentale in corso al Pascale è lo studio Zest che riguarda, invece, i tumori Brca-mutati Her2- (cioè i tumori ‘ereditari’ della mammella) e quelli triplo-negativi (tutti, indipendentemente dallo stato mutazionale di Brca) appena operati.

Lo studio prevede l’impiego del farmaco Niraparib da somministrare al termine della classica chemioterapia in quelle donne che mantengano la presenza di Dna-tumorale nel sangue.

Questo Dna viene rilevato con un semplice prelievo di sangue (la cosiddetta ‘biopsia liquida’) e rappresenta, pertanto, un approccio altamente innovativo in grado di aumentare potenzialmente i tassi di guarigione in questo sottotipo tumorale altamente aggressivo.

Gli altri studi

Destiny B12 e Zest sono soltanto due dei tanti protocolli in corso, ce ne sono tanti altri, tra cui quelli nel tumore mammario in fase precoce, come l’Astefania, il Destiny B05 o il EMonarchHER destinati alle donne con tumore Her2+ e l’Alexandra, destinato a donne con tumori triplo-negativi.

Continua a seguirci:

www.petroneforniture.it

FARMACI E GUIDA DELL’AUTO

Farmaci e guida non sempre sono un binomio sicuro

I medicinali vanno presi in maniera consapevole e dovremmo sempre conoscere la giusta posologia e le possibili controindicazioni. Per esempio non tutti sanno che dopo aver preso alcuni farmaci guidare può diventare pericoloso.

Guidare richiede concentrazione e prontezza di riflessi. Occorre fare attenzione a molte cose contemporaneamente (i segnali, le condizioni del traffico e del fondo stradale, il comportamento di guida degli altri automobilisti,…) ed essere capaci di reagire nel modo giusto e rapidamente quando capita qualche imprevisto.

Alcuni farmaci, sia prescritti che acquistabili senza presentare la ricetta, possono influenzare sia la concentrazione che i riflessi e, di conseguenza, avere ripercussioni negative sulla guida.

Miorilassanti e antistaminici

Le prime due tipologie di medicinali che hanno effetti negativi sulle nostre capacità di guidare sono i miorilassanti e gli antistaminici.

I primi vengono utilizzati per curare i dolori muscolari più gravi, gli strappi e le contratture. I secondi sono molto diffusi e servono per alleviare i sintomi delle allergie, stagionali e non.

Entrambi, però, alterano la percezione dell’ambiente circostante e rallentano i riflessi. In più causano sonnolenza ed eccessivo rilassamento. E anche se gli antistaminici sono meno pericolosi perché migliorano l’ossigenazione dei tessuti vanno comunque evitati prima di guidare.

Bisogna prestare attenzione anche agli antinfiammatori e sciroppi

Prendere un antinfiammatorio prima di guidare non è mai una buona idea. A maggior ragione se è a base di ibuprofene o diclofenac. Non causano disturbi gravi ma nelle persone più anziane e in quelle predisposte possono avere come effetti collaterali sonnolenza e confusione motoria. Molti dei più comuni sciroppi per la tosse contengono alcool etilico. E alcuni in quantità pari a un bicchiere di birra o di vino. È bene evitare di prenderli prima di mettersi al volante.

Ansiolitici

Le benzodiazepine inducono sedazione e sonnolenza. Nonostante la diffusione d’impiego, i possibili rischi per chi si mette al volante sono spesso sottostimati. In base ai risultati degli studi che hanno valutato gli effetti dell’assunzione di ansiolitici sulla guida, chi fa uso di questi farmaci corre un rischio di incidenti stradali 5 volte superiore a chi non ne fa uso. È bene ricordare ai pazienti che le benzodiazepine possono pregiudicare in modo sensibile la capacità di guida per alcune ore soprattutto quando vengono assunte per la prima volta. L’effetto è potenziato dall’alcol e risulta più marcato e duraturo negli anziani.

Continua a seguirci per altre news:

www.petroneforniture.it

Farmaci 2020: cala uso antibiotici e aumenta il consumo del vaccino anti-influenza

Rapporto Nazionale 2020 “L’uso dei Farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA.

La pandemia ha inciso moltissimo sull’uso dei farmaci in Italia nel 2020. E il Rapporto nazionale realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (OsMed) dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, segnala questi cambiamenti in maniera chiara.

Riduzione del consumo di antibiotici

In particolare, tra le categorie analizzate, evidenzia la riduzione del consumo degli antibiotici rispetto al 2019, un calo pari al 21,7%, che “potrebbe essere attribuita alla modifica dei modelli organizzativi: accesso agli ambulatori dei medici e pediatri di famiglia, adozione della ricetta elettronica e alla diffusione dei dispositivi di protezione individuale”, le mascherine, “che può aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche”.

Anche se negli ultimi anni si è assistito a una costante diminuzione del loro consumo, con valori che sono passati da 19,7 dosi giornaliere (Ddd) nel 2014 a 13,9 nel 2020, il calo più importante è stato registrato proprio nel 2020 rispetto al 2019.

Le associazioni di penicilline, quasi interamente rappresentate da amoxicillina + acido clavulanico, rimangono la categoria a maggior prescrizione (4,8 Ddd) e nel 2020 fanno osservare una spesa di 2,90 euro pro capite (-25,0% e -21,1% in confronto al 2019 rispettivamente per consumi e spesa). La maggior parte dei sottogruppi di antibiotici ha fatto registrare una riduzione dei consumi rispetto all’anno precedente.

C’è, inoltre, un incremento dell’azitromicina, +11,5% rispetto al 2019, che potrebbe essere dovuto al trattamento delle sovra-infezioni batteriche nei pazienti affetti da Covid-19. Allargando l’obiettivo al livello internazionale emerge che, sebbene in Italia la percentuale di consumo dei farmaci del sistema respiratorio presenti un valore (12,0%) inferiore agli altri Paesi (ad eccezione del Portogallo, 9,9%), per quanto riguarda gli antimicrobici per uso sistemico, rappresentati in Italia a livello territoriale prevalentemente dagli antibiotici, si registra la maggior quota di consumi, inferiore solo a Polonia e Francia.

Cresce il consumo del vaccino antinfluenzale.

La paura per l’emergenza Covid, ha inciso sulla decisione di molte persone di vaccinarsi contro l’influenza. Come testimonia la crescita del 23,6% dei consumi del vaccino antinfluenzale, legata a un aumento dell’adesione all’ultima campagna.

Continua a seguirci:

www.petroneforniture.it

IL KIT DI FARMACI PER LE VACANZE

Un kit di farmaci per le vacanze non deve mancare nel nostro bagaglio.

Le vacanze estive si avvicinano e i più attenti preparano una lista con tutte le cose da portare: quello che non va assolutamente dimenticato è la lista di farmaci che potrebbero salvare le ferie.

Anche perché durante le vacanze può succedere di tutto, come per esempio avere disturbi che durante l’anno non si presentano mai. Potremmo per esempio avere difficoltà a dormire, dolori addominali, problemi di stitichezza. O anche mal di gola, eritemi solari, bruciore agli occhi o punture di insetti.

Il kit di farmaci per le vacanze

Per curare i piccoli malesseri vanno benissimo i medicinali da banco che non necessitano di prescrizione medica e si distinguono per il bollino rosso con la faccina che sorride sulla confezione. Naturalmente, se non siete abituati a prenderli, è fondamentale leggere prima il foglietto illustrativo e non assumere il farmaco per un tempo superiore ai 3 o 4 giorni. Se il problema dovesse persistere, meglio rivolgersi a un medico.

L’Associazione nazionale dei farmaci di automedicazione ha creato una lista dei medicinali che non devono mancare in valigia. Come si legge sul sito, durante le nostre vacanze è meglio portare una crema e cerotti antiinfiammatori, del ghiaccio secco per infiammazioni di tipo traumatico, così come disinfettanti, garze o cerotti in caso di tagli o escoriazioni.

Alcuni consigli

-Per quanto concerne le scottature solari, è meglio prevenire che curare, ricorrendo a protezioni solari, evitando l’esposizione ai raggi durante le ore più calde della giornata, indossando un cappello e assicurandosi una idratazione continua. Appena si esce dal mare fare una doccia con acqua dolce per rimuovere il sale che potrebbe favorire lacerazioni della pelle e rimettere subito la crema solare.

-Prima di sdraiarsi al sole sarebbe meglio evitare di assumere farmaci che possono causare fotosensibilizzazione, come l’insulina, alcuni farmaci come i sedativi, quelli per la tiroide o i contraccettivi orali.

-Ricordarsi poi di portare con sé creme emollienti e contro le punture d’insetto ad azione antistaminica ed anestetica, antinfiammatori, antidolorifici, blandi sedativi per contrastare la difficoltà ad addormentarsi a base di valeriana e passiflora.

-Pasticche, spray o collutori contro il mal di gola ma anche anti-nausea da auto o aereo, e medicinali per l’intestino.

Come conservare il kit di farmaci in vacanza?

Il kit di farmaci per le vacanze, ma in generale tutti i medicinali, dovrebbero venire conservati a una temperatura di 25°C, e comunque non più di 30. Importante anche non lasciare i medicinali sotto il sole. Neanche le temperature troppo basse sono consigliate. Se viaggiamo in aereo è sempre meglio tenere la valigetta dei farmaci nel bagaglio a mano infatti, nelle stive la temperatura scende anche di molti gradi sotto lo zero.

Un’altra nemica dei farmaci è anche l’umidità, che potrebbe alterare capsule, compresse e cerotti medicati. Per queste ragioni sarebbe meglio conservare i farmaci in contenitori preferibilmente termici.

Dunque, è bene fare attenzione al loro aspetto prima di assumerli.

Continua a seguirci per altre news:

www.petroneforniture.it

FARMACI E SOLE, ATTENZIONE ALLE REAZIONI

Ci sono dei farmaci che, se assunti quando ci si espone al sole, sia al mare che in montagna, possono causare eritemi o macchie cutanee.

Nella stagione estiva l’esposizione ai raggi solari e alle elevate temperature possono comportare potenziali rischi per la nostra salute. È fondamentale prestare particolare attenzione se si assumono farmaci in questo periodo, perché la calura e l’intensità dei raggi UV possono incidere sull’integrità, l’efficacia e la sicurezza dei prodotti nonché sugli effetti degli stessi medicinali sul nostro organismo.

Farmaci e sole: quali sono i rischi?

L’interazione tra raggi del sole e farmaco (sia assunto per via orale che topica), può dare luogo ad una reazione allergica che si chiama fotosensibilizzazione o, a seconda dei sintomi, fotoallergia.

In entrambi i casi, la porzione di cute esposta alla luce solare diretta, si irrita, come se subisse uno shock.

La fotosensibilizzazione è determinata da una modifica che il principio attivo del farmaco subisce a causa dell’azione solare, motivo per cui la cute si copre di macchie rossastre o iperpigmentate, talvolta anche delle piccole bolle.

La fotoallergia, invece, è più che altro provocata da una reazione del sistema immunitario dell’organismo alla medicina, con conseguente orticaria, che può coprire porzioni di pelle più vaste rispetto a quelle esposte al sole.

Farmaci e sole: quali sono i farmaci a cui prestare maggior attenzione?

Si tratta di antibiotici, antinfiammatori, antidepressivi, ma anche la pillola anticoncezionale, ad esempio. Si raccomanda di leggere sempre il bugiardino prima di esporsi al sole, per vedere se vi sono controindicazioni in tal senso.

Tra quelli più frequenti: (da sinistra la categoria, a seguire il principio attivo, quindi il nome delle specialità medicinali più frequentemente prescritte)

-Antiacne isotretinoina Isotretinoina Stiefel, Isotrex gel, Roaccutan

-Antiritmici amiodarone, chinidina Amiodar, Amiodarone generico, Cordarone, Longachin, Ritmocor

-Antidiabetici glibenclamide, gliclazide, gliquidone, glisolamide Daonil, Gliben, Euglucon, Diamicron, Glurenor, Diabenor

-Antireumetici auranofin Ridaura

-Antibiotici dossiciclina, tetraciclina Bassado, Miraclin, Ambramicina

-Antidepressivi imipranina, amitriptilina Tofranil, Adepril, Laroxyl, Triptizol, Mutabon, Limbitryl

-Antifungini griseofulvina Fulcin, Grisovina

-Antistaminici prometazina, clorfeniramina, terfenadina Fargan, Farganesse, Fenazil, Trimeton, Fienamina, Allerzil

-Antimalarici clorochina Clorochina

-Antineoplastici dacarbazina, metotressato Deticene, Methotrexate

-Chinoloni Ciprofloxacina, enoxacina, norfloxacina, ofloxacina Ciproxin, Flociprin, Enoxen, Noroxin, Utinor, Flobacin, Oflocin

-Contraccettivi orali estrogeni e progestinici Mercilon, Securgin, Harmonet, Fedra, Arianna, Yasmin, Milvane, Minulet, ecc.

-Diuretici furosemide Lasix, Furosemide generico, lasitone, Spirofur

-Diuretici tiazidici idroclorotiazide Esidrex, Moduretic, Aldactazide

-Furocumarine methoxsoralene, oxsoralene

-FANS piroxicam, naprossene Feldene, Piroxicam generico, Naprosyn, Aleve, Momendol, Synflex

-Fenotiazine clorpromazina, promazina, perfenazina Largactil, Prozin, Talofen, Trilafon

-Sulfamidici sulfametossazolo, saulfasalazina Bactrim, Eusaprim, Salazopyrin En

Per tutti gli altri medicinali è sempre bene verificarne prima la compatibilità con i raggi solari e, in caso di malattie croniche, in cui sia impossibile la sospensione del farmaco, sarà necessario evitare del tutto l’esposizione.

Continua a seguirci per altre news: www.petroneforniture.it