LA RELAZIONE TRA CALDO E FARMACI

Caldo, alcuni farmaci possono aumentare la sensazione di calore

In questi giorni nel nostro Paese si stanno registrando temperature particolarmente elevate che, unite all’alto grado di umidità e all’esposizione ai raggi solari possono comportare dei rischi per la salute, sia di natura diretta che indiretta. Per questo morivo è importante prestare una cautela particolare nell’assumere dei farmaci nel corso del periodo estivo in generale e soprattutto durante le cosiddette “ondate di calore”, perché le condizioni ambientali possono incidere sull’integrità, l’efficacia e la sicurezza dei medicinali.

Quando si assumono determinati farmaci, il gran caldo potrà sembrare ancor più grande. Diverse categorie di farmaci infatti potrebbero peggiorare l’effetto delle alte temperature sull’organismo: un’avvertenza da tener presente in questi giorni di caldo insopportabile.

A ricordarlo è l’Organizzazione mondiale della Sanità nelle linee guida che ha definito insieme alla World Meteorological Organization.

Quali sono i farmaci?

Gli antistaminici e i farmaci anticolinergici possono inibire la sudorazione, gli antidepressivi e i medicinali contro l’ipertensione che favoriscono la disidratazione; gli antipsicotici, tra l’altro, che possono ridurre la vasodilatazione e la pressione massima, e quelli beta bloccanti, usati ad esempio nel trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco, che possono interferire con la dilatazione dei vasi sanguigni della pelle riducendo la capacità di dissipare il calore.

I farmaci possono agire sia a livello fisico modificando i meccanismi di termoregolazione, che a livello psicologico limitando le capacità cognitive e quindi la prontezza dei pazienti a evitare i comportamenti a rischio.

La relazione tra farmaci e gran caldo è reciproca

Il caldo eccessivo può incrementare la tossicità dei farmaci e pregiudicarne l’efficacia.  Sul suo sito il ministero della Salute consiglia di non lasciare farmaci in auto soprattutto d’estate e di evitare di riporli in valigie che potrebbero essere esposte alle alte temperature, ma preferire il bagaglio a mano. Ancora, se le modalità di conservazione dei farmaci non fossero esplicitate, meglio tenerli temperature superiori ai 30°C solo per brevi e occasionali periodi; conservare tutti i farmaci nella loro confezione, lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta. Durante la stagione estiva riporre in frigorifero i farmaci che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°C.

Per adeguare eventualmente la terapia farmacologica al gran caldo è consigliabile consultare il proprio medico, dice il ministero della Salute, o rivolgersi al farmacista dal momento che luce, aria, umidità e sbalzi di temperatura, potrebbero deteriorare i farmaci prima del previsto.

Continua a consultare le nostre notizie!

Magnesio: interazioni ed effetti collaterali con questi farmaci

Il magnesio può legarsi ad alcuni farmaci riducendone l’assorbimento.

Il magnesio è un minerale di fondamentale importanza per il nostro organismo: mantiene in buona salute il nostro sistema nervoso, aiuta a regolare la pressione sanguigna e i livelli di zucchero nel sangue (allontanando il rischio di diabete), sostiene ossa e muscoli (cuore compreso).

La quantità di magnesio necessaria al nostro organismo dipende da diversi fattori come sesso, età, eventuale presenza di patologie. In generale, per gli uomini è consigliabile un’assunzione giornaliera di magnesio pari a 400-420 mg, mentre per le donne la quantità giornaliera è di 310-320 mg.

Integratori di magnesio e altri farmaci

Se si soffre di una carenza di magnesio, è opportuno compensare la carenza con un integratore, ma prestando particolare attenzione se si assumono già altri farmaci durante la giornata, poiché un integratore di magnesio può causare interferenze con alcuni di essi e pregiudicarne l’efficacia. Quali?

Bifosfonati. Si tratta di farmaci usati per trattare l’osteoporosi: questi non sono ben assorbiti se assunti immediatamente prima o dopo l’assunzione di integratori alimentari o farmaci con elevate quantità di magnesio.

Antibiotici. Anche questi potrebbero non essere correttamente assorbiti se assunti a poca distanza da un integratore alimentare che contiene magnesio, e ciò ne pregiudica l’efficacia del farmaco

Diuretici. Se assunti insieme ad integratori di magnesio, possono aumentare o diminuire la perdita di magnesio attraverso l’urina, alterando così l’effetto dell’integratore.

Anti-reflusso. I farmaci da prescrizione usati per alleviare i sintomi del reflusso acido o per curare le ulcere peptiche possono abbassare i livelli di magnesio se assunti per un lungo periodo di tempo in concomitanza con gli integratori di questo minerale.

Se si nota una carenza di magnesio, in ogni caso, è bene confrontarsi sempre con il proprio medico curante prima di procedere con l’acquisto di eventuali integratori.

Consulta le altre notizie!

Chi siamo?

La Farmacia Vittorio Petrone è leader sul mercato per la distribuzione capillare del farmaco, ed è punto di riferimento per circa 450 strutture che necessitano di un servizio completo e personalizzabile per l’acquisto di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, cosmetologici, erboristici e biologico alimentari.

NAPOLI CAPITALE DELLA SOLIDARIETÀ: 100 MILA EURO DI FARMACI DONATI

Napoli capitale della solidarietà: 100mila euro in farmaci alla fondazione del Premio Nobel per la Pace Mukwege

Napoli si conferma ancora una volta capitale della solidarietà grazie ai suoi cittadini, sempre pronti a tendere una mano a chi ne ha bisogno.

Il Consolato della Repubblica Democratica del Congo (RDC) a Napoli ha coordinato l’invio di un carico di farmaci del valore di oltre 100 mila euro all’ospedale congolese diretto dal Premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege, simbolo internazionale della lotta contro la violenza sulle donne.

Dopo i farmaci e presidi sanitari per un valore di oltre un milione di euro raccolti in poche settimane per l’Ucraina, l’Ordine ha accolto un’altra grande sfida: aiutare il popolo congolese ed i suoi medici e farmacisti che operano in un contesto così difficile.

I farmaci, donati dal popolo napoletano nel quadro dell’iniziativa “Un farmaco per tutti”, promossa dal Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Napoli, consentiranno a Mukwege di continuare il suo lavoro di assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza sessuale nella Repubblica democratica del Congo.

Il direttore, Denis Mukwege, è conosciuto in tutto il mondo come il “medico che ripara le donne”, poiché ha dedicato la propria vita a soccorrere ed a curare le donne vittime della violenza che, nei decenni scorsi, ha insanguinato la RDC.

Nel 2018 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per “i suoi sforzi per mettere fine alle violenze sessuali nei conflitti armati e nelle guerre”.

Ad inizio luglio Mukwege riceverà la visita di Papa Francesco, nel corso del suo viaggio in Repubblica democratica del Congo, che porterà la propria benedizione a medici e pazienti dell’Ospedale.

Continua a consultare le nostre notizie per restare sempre aggiornato!

Chi siamo?

La Farmacia Vittorio Petrone, da 60 anni, si occupa di forniture ospedaliere a cliniche e case di cura private e convenzionate su tutto il territorio nazionale. Ad oggi, siamo leader sul mercato per la distribuzione capillare del farmaco, ed è punto di riferimento per circa 450 strutture che necessitano di un servizio completo e personalizzabile per l’acquisto di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, cosmetologici, erboristici e biologico alimentari.

Per informazioni commerciali e assistenza
Tel. 800 196 883
Email: info@petroneforniture.it

FARMACI GENERICI: ABROGAZIONE DECRETO BALDUZZI

Il Senato, nella seduta del 30 maggio 2022, ha approvato il Ddl Concorrenza 2021 nella sua versione definitiva.

Tra le varie misure adottate rientrano anche alcune disposizioni in materia sanitaria che tra le altre cose intervengono sul regime di rimborsabilità applicabile ai farmaci equivalenti o “generici”, cioè quei farmaci che godono di iter di autorizzazione “rapidi” in virtù di una dimostrata bioequivalenza rispetto ai farmaci originator già autorizzati e presenti sul mercato.

L’articolo 15 del Disegno di legge Concorrenza 2021 ha in particolare abrogato l’articolo 11, comma 1-bis, del decreto-legge 13 settembre 2012 (cosiddetto decreto “Balduzzi”).

Cosa prevedeva la «clausola» Balduzzi?

I farmaci generici godono di un regime di “sostituibilità automatica” rispetto al farmaco originator. A fronte di una prescrizione medica che designi il solo principio attivo contenuto nel farmaco o anche il brand del farmaco senza prevedere espressamente la cosiddetta “clausola di non sostituibilità”, il farmacista è tenuto a informare il paziente dell’esistenza del relativo generico sul mercato e a offrirlo in sostituzione al farmaco originator o brand.

La sostituibilità automatica opera solamente rispetto ai generici rimborsati dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), ovvero quei farmaci generici per i quali il relativo produttore abbia negoziato un prezzo di rimborso con il Ssn.

L’articolo in questione prevedeva che il farmaco generico non potesse essere rimborsato dal Ssn fino a che non fosse scaduto o venuto meno il brevetto o il relativo certificato protettivo complementare (Ccp) del farmaco originator.

Cosa cambia quindi?

L’articolo 15 del Ddl Concorrenza chiarisce, al comma 2, che oltre a poter presentare istanza e ottenere da Aifa il rilascio della relativa autorizzazione all’immissione in commercio, i produttori di farmaci generici potranno presentare istanza per la determinazione del prezzo di rimborso anche prima della scadenza del brevetto o del Ccp del farmaco originator. Ai sensi del successivo comma 3 viene tuttavia precisato che l’operatività del regime di rimborso da parte del Ssn rimarrà comunque sospesa fino alla scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare aventi ad oggetto il principio attivo del farmaco originator di riferimento. La presentazione di richieste di negoziazione di un prezzo rimborsabile dal Ssn già prima della scadenza del brevetto era prassi normale e comunemente accettata da Aifa anche prima che venisse approvato il Ddl concorrenza, dove questa prassi viene ora codificata ed elevata a testo di legge. Va però anche detto che prima ancora, e in particolare sin da prima che venisse introdotta la “clausola Balduzzi” (nel 2012), era prassi normale per Aifa non inserire in lista di trasparenza i generici prima della scadenza del brevetto o certificato protettivo complementare aventi ad oggetto il principio attivo del farmaco originator di riferimento.

Consulta le nostre notizie!

CANCRO DEL PANCREAS: AL VIA LA SPERIMENTAZIONE DI UN NUOVO FARMACO

Nuovo studio per combattere il tumore del pancreas in fase avanzata.

Al via la sperimentazione della decitabina, il nome commerciale del farmaco è Dacogen, contro l’adenocarcinoma duttale pancreatico (Pdac), il ben noto cancro del pancreas, in fase avanzata e resistente alle terapie.

Il cancro del pancreas è un tipo di cancro estremamente aggressivo con prognosi infausta. La maggior parte dei pazienti con questo tipo di tumore presenta una malattia metastatica avanzata al momento della diagnosi. La prognosi sfavorevole è legata al fatto che le poche opzioni terapeutiche a disposizione hanno un’efficacia fortemente limitata dalla resistenza dei tumori ai trattamenti farmacologici.

Lo studio

Come si legge nello studio, in quasi tutti i Pdac ci sono mutazioni del gene Kras che stimolano le cellule pancreatiche a crescere in modo incontrollato, favorendo lo sviluppo e la progressione del tumore. Tuttavia, la mutazione del gene Kras, oltre ad essere responsabile della malattia, ne può rappresentare anche una sua vulnerabilità. Infatti, una parte dei tumori avanzati rimane dipendente da questo per crescere. Negli anni la ricerca ha però dimostrato che i tumori Kras-dipendenti sono sensibili all’azione di un noto farmaco, la decitabina già approvato in passato dalla FDA per il trattamento della mielodisplasia e della leucemia mieloide acuta.

Lo studio è in fase II e il suo scopo sarà quello di indagare sull’attività della decitabina su pazienti con Pdac Kras-dipendente avanzato e resistenti alle terapie. Il primo paziente dello studio è stato arruolato a Verona.

Lo studio multicentrico coinvolgerà, oltre all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e all’AOUI di Verona, importanti centri oncologici italiani quali il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, l’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale” di Napoli, l’Ospedale San Raffaele/Università Vita Salute di Milano, e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa. L’Anticancer Fund finanzia la ricerca con un importo che sfiora i 225.000 euro. Lo studio è supportato anche dall’Associazione Nastro Viola.

Ti è piaciuto l’articolo? Continua a seguirci per altre informazioni!

Consulta le nostre notizie!

Vaiolo delle scimmie: cosa c’è da sapere?

Che cosa è il vaiolo delle scimmie?

È una malattia infettiva causata da un virus principalmente diffuso in Africa nelle scimmie e in alcuni roditori, soprattutto in Ghana e Nigeria.

Quali sono i sintomi del virus delle scimmie?

I sintomi più comuni sono sintomi simil-influenzali come stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, febbre, linfonodi ingrossati ma presenta anche un’eruzione cutanea distintiva: lesioni sui palmi delle mani. Le lesioni alla pelle sono spesso descritte come molto dolorose, indipendentemente da dove si verificano.

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie?

Il virus può diffondersi con contatti ravvicinati, attraverso i fluidi corporei, il contatto con la pelle e le goccioline respiratorie per questo sono più a rischio infezione operatori sanitari, membri della famiglia e partner sessuali. Lesioni nella cavità orale o sulla pelle di un individuo infetto sono contagiose, così come le lenzuola o gli abiti che sono stati a contatto con il pus emesso dalle vescicole.

Chi sono le persone più a rischio?

Le persone con una precedente vaccinazione contro il vaiolo hanno una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie (stimata all’85%) e ci si aspetta che questa parte di popolazione (over 50 anni) contragga eventualmente una malattia più lieve anche se va oggi verificata l’effettiva protezione a distanza di anni (le indagini sono in corso). Sembrerebbero quindi più a rischio i giovani che non si sono vaccinati (la vaccinazione è stata interrotta negli anni Ottanta dopo l’eradicazione del vaiolo). Questo è in linea con i dati finora disponibili: i contagiati hanno tra i 20 e i 40 anni. Non sono noti casi sopra i 55 anni. Tuttavia non si può ancora escludere che condizioni di salute precarie tipiche dell’età avanzata non possano rappresentare un fattore di rischio, ma i dati al momento sono ancora preliminari.

Perché l’agenzia europea per il controllo delle malattie infettive ha inviato una allerta sul vaiolo delle scimmie?

Sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo (5 confermati e 20 sospetti), Spagna (8 sospetti) Regno Unito (almeno 4) e in Italia. L’Oms ha rilevato in Inghilterra recenti episodi tra chi ha rapporti sessuali occasionali, in particolare sono stati riscontrati contagi in luoghi di incontri gay, ma ha riportato anche un piccolo focolaio epidemico in una famiglia inglese. La particolarità rispetto al passato è l’elevato numero dei pazienti confermati e la mancanza di collegamento con viaggi recenti in zone endemiche.

Come si sta comportando L’Italia a riguardo?

I centri specialistici sono stati allertati, l’Istituto superiore di sanità ha attivato un gruppo di esperti per seguire l’evolversi della situazione.

Come prevenire il contagio?

Le precauzioni sono molto simili a quelle utili per evitare in generale le malattie infettive. Le abbiamo imparate durante il Covid. La prima regola è l’igiene personale, soprattutto il ripetuto lavaggio delle mani. Il consiglio, considerata anche la estrema rarità dei casi in Italia, è di rivolgersi al proprio medico se si hanno dubbi o si notano sintomi che possono far sospettare di aver contratto un’infezione sulla pelle, propria o delle persone che ci vivono accanto, a cominciare dal partner.

Continua a seguirci per restare aggiornato sulle ultime notizie!

Chi siamo

FARMACIA VITTORIO PETRONE
Grazie a 60 anni di esperienza nel settore, siamo diventati punto di riferimento per ogni struttura che necessiti di un servizio completo e personalizzabile per l’acquisto di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, cosmetologici, erboristici e biologico alimentari.

FARMACI SCADUTI: LINEE GUIDA PER LO SMALTIMENTO CORRETTO

Tutte le istruzioni per la gestione e lo smaltimento dei farmaci scaduti

Gettare o disperdere questi i farmaci in luoghi diversi dagli appositi contenitori costituisce di fatto un grave danno per la salvaguardia dell’ambiente e anche della salute della popolazione in quanto i materiali chimici che hanno ormai superato la data limite per l’uso possono essere anche piuttosto nocivi.

Ma come vanno smaltiti i farmaci scaduti?

Per rispettare l’ambiente e gli altri, i farmaci scaduti vanno portati nelle farmacie o negli ambulatori delle Asl e inseriti negli appositi contenitori presenti all’esterno di queste strutture. Si tratta di particolari bidoni che hanno lo scopo di raccogliere e di rendere più agevole il loro smaltimento differenziato.

Come selezionare i farmaci da buttare?

Non possiamo certo pensare che tutte le confezioni di farmaci scaduti che buttiamo siano uguali, infatti bisogna distinguere in base alla composizione:

-blister, flaconi in plastica vuoti e confezioni in plastica o metallo possono essere gettati nei contenitori per la raccolta della plastica;

-scatola di carta e foglietto illustrativo possono andare nei contenitori per la raccolta della carta;

-flaconi in vetro vuoti nelle campane per il vetro;

-farmaci scaduti, flaconi con liquido residuo nei contenitori per i farmaci scaduti.

Devono quindi essere gettati nei cassonetti per la raccolta specializzata solo:

sciroppi;

pomate;

disinfettanti;

pastiglie e compresse;

siringhe (facendo attenzione a coprire l’ago con il suo cappuccio).

Nel caso di farmaci non ancora scaduti ma che non verranno riutilizzati in futuro, possono essere donati e consegnati agli enti assistenziali convenzionati con il Banco Farmaceutico. In questo caso deve trattarsi di medicinali per uso umano dotati di campioni gratuiti o AIC (etici, SOP e OTC). Questa opzione è tuttavia praticabile e possibile solo entro gli ultimi 8 mesi di validità del prodotto stesso e solo nel caso in cui i farmaci in questione sono stati correttamente conservati nella loro confezione primaria e secondaria che, quindi, deve essere originale e integra.

Continua a seguirci per altre informazioni utili!

Grazie a 60 anni di esperienza nel settore, siamo diventati punto di riferimento per ogni struttura che necessiti di un servizio completo e personalizzabile per l’acquisto di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici, cosmetologici, erboristici e biologico alimentari.

Farmaci e cibo di stagione: le interazioni pericolose

Interazione tra cibo e farmaci: alcuni alimenti e bevande possono interferire con l’azione dei farmaci, cioè diminuire o aumentare la loro efficacia, oppure causare effetti collaterali.

L’uso dei farmaci è in costante aumento: troppo spesso si è costretti ad assumerli per convivere con patologie che potrebbero mettere a repentaglio la qualità della vita; ma i farmaci vanno sempre gestiti con estrema attenzione. Questo perché anche i più comuni potrebbero avere effetti collaterali da non sottovalutare.

Quando cibo e farmaci sono assunti per via orale esiste la concreta possibilità che a livello dell’apparato digerente si verifichino interazioni, anche molto pericolose, certi alimenti sono infatti in grado di alterare assorbimento e metabolismo di certi farmaci con conseguenze potenzialmente drammatiche.

A maggio, sulle nostre tavole, abbiamo a disposizione verdure e ortaggi come l’insalata, gli spinaci e varie crucifere. Sono tutti ottime fonti di preziosa Vitamina K. Se però siamo in cura con farmaci anticoagulanti dovremmo fare grande attenzione. Questa vitamina potrebbe infatti rallentare il funzionamento dei medicinali. Per lo stesso motivo, andrebbero evitati il tè verde e spezie come il prezzemolo.

Oltre ai cibi, vanno trattati con cura anche gli integratori alimentari e alcuni tipi di erbe spesso consigliati per la dieta o come depuratori naturali. Un esempio su tutti è l’iperico, usato come integrazione per i disturbi lievi di ansia e depressione o per migliorare la digestione. Anch’esso rischia di alterare l’azione di alcuni farmaci diuretici e antidepressivi.

Continua a seguirci per altre informazioni!

Chi siamo?

Ci occupiamo di forniture ospedaliere a cliniche e case di cura private e convenzionate su tutto il territorio nazionale in 24h/48h. Forniamo ogni specialità medicinale, nelle quantità desiderate e ai prezzi più scontati sul mercato.

VITAMINA D E FARMACI: POTENZIALI INTERAZIONI

La vitamina D è fondamentale per la salute delle nostre ossa.

La vitamina D aiuta l’organismo ad assorbire il calcio, che è uno dei principali costituenti delle ossa; una carenza di vitamina D può quindi causare malattie ossee, come l’osteoporosi o rachitismo. Ma ci sono casi in cui bisogna fare attenzione ad assumerla, ovvero se si stanno assumendo particolari farmaci.

La vitamina ha poi proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e neuroprotettive che supportano la salute immunitaria, la funzione muscolare e l’attività delle cellule cerebrali.

La vitamina D non si trova naturalmente in molti alimenti, si può ottenere dal latte, dei cereali e da pesci grassi come salmone, sgombro e sardine; inoltre, l’organismo può assorbire la vitamina quando il corpo entra in contatto con la luce solare. Tuttavia, in molti non ne assumono la quantità necessaria, per questo sviluppano una carenza di vitamina D e devono utilizzare degli integratori sostitutivi.

Gli integratori di vitamina D, però, possono interagire con alcuni farmaci portando ad effetti collaterali indesiderati. Vediamo a quali fare attenzione.

Quali sono i medicinali che interagiscono con la vitamina D?

Alluminio. L’assunzione di vitamina D e leganti del fosfato contenenti alluminio, che possono essere usati per trattare chi soffre di malattia renale cronica, potrebbe causare livelli dannosi di alluminio nelle persone con insufficienza renale.

Anticonvulsivanti. Gli anticonvulsivanti come fenobarbital e fenitoina aumentano la degradazione della vitamina D e riducono l’assorbimento del calcio.

Atorvastatina. L’assunzione di vitamina D potrebbe influenzare il modo in cui il tuo corpo gestisce questo farmaco per il colesterolo.

Calcipotriene. Non assumere vitamina D con questo farmaco per la psoriasi. La combinazione potrebbe aumentare il rischio di una quantità eccessiva di calcio nel sangue (ipercalcemia).

Colestiramina. L’assunzione di vitamina D con questo farmaco per abbassare il colesterolo può ridurre l’assorbimento di vitamina D.

Citocromo P450. Usa la vitamina D con cautela se stai assumendo farmaci elaborati da questi enzimi.

Digossina. Evitare di assumere alte dosi di vitamina D con questo farmaco per il cuore. Elevate quantità di vitamina D possono causare ipercalcemia, che aumenta il rischio di problemi cardiaci fatali con la digossina.

Diltiazem. Evitare di assumere alte dosi di vitamina D con questo farmaco per la pressione sanguigna. Elevate quantità di vitamina D possono causare ipercalcemia, che potrebbe ridurre l’efficacia del farmaco.

Orlistat. L’assunzione di questo farmaco dimagrante può ridurre l’assorbimento di vitamina D.

Diuretici tiazidici. L’assunzione di questi farmaci per la pressione sanguigna con vitamina D aumenta il rischio di ipercalcemia.

Steroidi. L’assunzione di farmaci steroidi come il prednisone può ridurre l’assorbimento del calcio e compromettere l’elaborazione della vitamina D da parte del corpo.

Lassativi stimolanti. L’uso prolungato di elevate dosi di lassativi stimolanti può ridurre l’assorbimento di vitamina D e calcio.

Verapamil. L’assunzione di elevate dosi di vitamina D con questo farmaco per la pressione sanguigna può causare ipercalcemia e potrebbe anche ridurne l’efficacia.

Continua a seguirci per altre informazioni!

COVID-19: GLI ANTIVIRALI SONO DISPONIBILI ANCHE IN FARMACIA

La prescrizione del farmaco per il COVID potrà essere fatta dal medico di famiglia e la dispensazione potrà avvenire anche da parte dei farmacisti territoriali.

Sulla base della determinazione AIFA pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 aprile 2022 è ora divenuto operativo il protocollo per rendere disponibile e facilmente accessibile su tutto il territorio nazionale l’antivirale orale Paxlovid, che potrà essere distribuito attraverso la rete delle 19.000 farmacie italiane.

Le farmacie erogheranno gratuitamente il Paxlovid, autorizzato per il trattamento precoce del Covid-19, nella modalità della distribuzione per conto (DPC), dietro presentazione di apposita ricetta medica.

La novità, introdotta dalla determina dell’Agenzia Italiana del Farmaco, permetterà di rendere queste terapie più accessibili, come sottolinea Federfarma, e darà ai farmacisti un “ruolo decisivo per favorire la gestione ‘ordinaria’ della pandemia sul territorio. Le farmacie dimostrano, ancora una volta, di operare con grande senso di responsabilità nei confronti della collettività e hanno sempre risposto puntualmente ai nuovi bisogni di salute emersi nelle varie fasi della pandemia: sono pronte a garantire gratuitamente la dispensazione del Paxlovid, per assicurare la tempestività del trattamento con gli antivirali orali, rivelatasi fondamentale per il buon esito della cura.

Il farmaco associa due farmaci antivirali: nirmatrelvir, che inibisce la replicazione della proteina Sars-CoV-2, e ritonavir, già utilizzato per trattare l’Hiv e oggi impiegato per aumentare i livelli di farmaci antivirali.

Paxlovid, questo il nome del farmaco, è indicato per il trattamento del Covid-19 in persone dai 18 anni in su che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad elevato rischio di progressione a Covid-19 grave e va assunto a distanza di non oltre 5 giorni dall’inizio dei sintomi. Era prescrivibile, finora in Italia, per il trattamento del Covid-19 lieve-moderato nei soggetti a rischio e non ospedalizzati solo da parte dei centri Covid, che inseriscono i pazienti trattati in un registro di monitoraggio.

Ora la prescrizione può essere effettuata anche da parte del medico di Medicina generale, su ricetta elettronica e previa compilazione del piano terapeutico Aifa.

In questo modo si attribuisce ai farmacisti e ai medici di medicina generale, “un ruolo decisivo per favorire la gestione ‘ordinaria’ della pandemia sul territorio.

Continua a seguirci per altre informazioni!