VACCINO COVID: TERZA DOSE PER TUTTI?

Chi dovrà fare la terza dose del vaccino?

L’Ema sta valutando se la terza dose è da somministrare almeno 6 mesi dopo la seconda dose nelle persone di età superiore a 16 anni.

L’agenzia ha evidenziato come attualmente tutti i vaccini approvati forniscano una “forte protezione contro il ricovero in ospedale e la morte” per Covid.

La priorità rimane comunque quella di assicurarsi che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato.

In molti paesi, come la stessa Italia, si è già avviata la somministrazione delle terze dosi per i più fragili. E la stessa Ema ha infatti sottolineato come gli studi su persone immunocompromesse “mostrano che una dose aggiuntiva di vaccini mRna può aumentare il livello di protezione. I dati sia per Comirnaty (Pfizer) che per Spikevax (Moderna) sono attualmente in fase di revisione.

Dunque, più avanti si dovrà vaccinare con la terza dose tutta la popolazione?

Secondo l’AIFA dipenderà dall’andamento della curva epidemica nel Paese, dalla circolazione globale del virus e dalla durata dell’immunità sia naturale sia artificialmente acquisita con la vaccinazione nei vari strati di popolazione.

Gli studi sul campo stanno dimostrando che, dopo circa sei mesi, si assiste a un certo calo della risposta anticorpale e alla possibilità di infettarsi; comunque gli attuali vaccini sono ancora efficacissimi nel proteggerci dal Covid grave e dall’evento letale.

Va detto che la maggior parte dei vaccini obbligatori e raccomandati sono somministrati in tre dosi: la prima nei primi mesi o anni di vita, la seconda dopo un mese dalla prima dose e la terza a distanza di sei mesi. Per poliomielite, difterite-tetano-pertosse sono previste quattro dosi, per morbillo, parotite e rosolia due dosi, per l’influenza il vaccino è stagionale.

Ovviamente verranno somministrati solo i composti di Pfizer e Moderna per i quali esistono studi sulla terza somministrazione.

Ma non ci sono solo i vaccini. L’EMA ha ricordato che resta alta l’attenzione anche sulla necessità di cure, sono infatti in valutazione 4 nuovi anticorpi monoclonali antivirali e 3 agenti immunomodulatori. Inoltre, esiste una pipeline attiva di trattamenti, comprese antivirali che potrebbero essere utilizzati dalle persone a casa.

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