Alzheimer, approvato primo farmaco per rallentare la progressione della malattia

Si chiama Aducanumab e sarebbe in grado di intervenire sul decorso della malattia prima della fase degenerativa.

Approvato dopo 20 anni, un farmaco contro l’Alzheimer.

L’Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia, si stimano circa 500 mila ammalati. Una malattia che colpisce la memoria e le funzioni cognitive, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare ma può causare anche altri problemi fra cui stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. Sebbene il morbo di Alzheimer sia stato identificato per la prima volta più di un secolo fa, i trattamenti efficaci nel corso degli anni si sono dimostrati piuttosto deboli. I pochi farmaci per l’Alzheimer attualmente in uso sembrano avere effetti limitati: nel migliore dei casi aiutano alcune persone ritardando il peggioramento dei sintomi, anche se in seguito progrediscono più velocemente.

Ma finalmente dopo due decenni di fallimenti della ricerca in questo campo, si accendono nuove speranze.

L’agenzia statunitense per i farmaci (FDA), ha approvato l’uso del farmaco sperimentale Aducanumab per contrastare l’Alzheimer nelle sue prime fasi.

L’obiettivo del farmaco è quello di rallentare la progressione della malattia. Il farmaco è stato sviluppato dalla società farmaceutica Biogen in collaborazione con la giapponese Eisai per i pazienti con decadimento cognitivo lieve, ma non per coloro con un decorso più marcato; Aducanumab rappresenta e aumenta le speranze di milioni di pazienti di tutto il mondo. Ad oggi non esistono farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia e tutti i trattamenti disponibili puntano a contenerne i sintomi.

Per questo l’approvazione di Aducanumab potrebbe essere un passaggio fondamentale: secondo l’ente americano, che comunque ha chiesto un nuovo test clinico, la terapia messa a punto da Biogen ha le potenzialità per rallentare il decorso della malattia. La decisione della Fda è stata presa nonostante l’opposizione della commissione indipendente di esperti dell’agenzia e di altri esperti in materia di Alzheimer secondo i quali non ci sono prove sufficienti che dimostrino che il farmaco possa davvero aiutare i pazienti.

Aducanumab: In cosa consiste il farmaco?

Il farmaco consiste in una iniezione al mese per via endovenosa che, nella terapia contro il morbo di Alzheimer, può contribuire a rallentare il declino cognitivo dei malati che si trovano allo stadio iniziale della patologia neurodegenerativa. Secondo gli studiosi si tratta del primo trattamento che interessa il corso della malattia e non si limita ad aggredire unicamente i sintomi della demenza.

L’Aducanumab sarebbe il primo farmaco a intervenire in modo diretto sui meccanismi fisiologici dell’insorgere della malattia, ovvero la formazione di placche betamiloidi sul cervello. I test hanno mostrato, nei pazienti con i primi sintomi della malattia, ovvero perdita di memoria e prime difficoltà nel ragionamento, una riduzione di queste placche.

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