MONITORAGGIO AIFA: GLI EFFETTI DEL COVID SUI FARMACI, PIÙ ANSIOLITI CHE FANS!

La pandemia, causata dall’emergenza sanitaria, ha modificato l’assunzione di farmaci anche per chi non ha contratto l’infezione da Sars-Cov-2.

In farmacia, infatti, si sono venduti più ansiolitici, ma meno antinfiammatori Fans.

L’ultimo monitoraggio dell’Aifa sul consumo dei farmaci sembra fornire una misura degli effetti psicologici del covid-19 sulla popolazione: tra i farmaci acquistati nelle farmacie territoriali è aumentato, rispetto all’anno precedente, il consumo di ansiolitici, con un picco nel mese di novembre 2020.

La paura del contagio e lo stress provocato dalle misure necessarie per contenere la diffusione del virus, ma anche l’impatto emotivo di problemi economici conseguenti all’emergenza, sono indicatori di un’emergenza nell’emergenza.

Il monitoraggio dell’Aifa relativo ai medicinali di classe C evidenzia che il maggior consumo di ansioliti nel 2020 si era verificato già a gennaio e febbraio, quindi prima del lockdown. Tuttavia, a marzo si registra un picco di crescita e, dopo l’estate, la forbice rispetto al 2019 riprende ad allargarsi, raggiungendo il suo massimo a novembre (in base agli ultimi dati rilasciati).

Si tratta di un incremento preoccupante: anche se non drammatico.

Si tratta di un problema con cui fare i conti anche nel lungo periodo, considerate le ricadute che può avere, oltre che sugli adulti, sulle generazioni più giovani, bambini e adolescenti, in un momento della vita caratterizzato da un importante sviluppo cognitivo e psicologico.

Inoltre, l’abuso di questi farmaci può diventare rischioso: spesso si sviluppo una certa tolleranza nel corpo e l’individuo è costretto a prendere dosi maggiori per ottenere lo stesso effetto di prima.