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Antibiotici, uso eccessivo collegato al Parkinson

Negli ultimi tempi, si è aperta una discussione che ha animato il dibattito scientifico e che riguarda le possibili condizioni che possono portare al morbo di Parkinson: tra queste condizioni o fattori ci sono alcuni farmaci, come alcuni antibiotici comunemente usati, che contribuiscono all’insorgere della malattia.

Tutto ciò emerge dallo studio pubblicato dai ricercatori dell’ospedale universitario di Helsinki, in Finlandia, su ‘Movement Disorders’; secondo cui, l’uso di antibiotici può aumentare il rischio di malattia di Parkinson.

Le associazioni più forti sono state trovate nel caso degli antibiotici ad ampio spettro e di quelli che agiscono contro batteri e funghi anaerobici. Anche la tempistica dell’esposizione agli antibiotici sembra avere importanza.

Secondo lo studio, l’origine della patologia del Parkinson si ha nell’intestino, con i ‘‘cambiamenti nella flora batterica’’ anni prima dell’inizio dei tipici sintomi motori come lentezza, rigidità e tremore. Si era già riscontrato che la composizione dei batteri dell’intestino nei pazienti con Parkinson fosse anomala, ma la causa non era chiara. La ricerca, condotta dallo studio dei ricercatori dell’ospedale universitario di Helsinki, ha dimostrato che alcuni antibiotici potrebbero essere un fattore che predispone al Parkinson.

Nello studio è stata confrontata l’esposizione agli antibiotici negli anni 1998-2014 in 13.976 pazienti con malattia di Parkinson con 40.697 soggetti di controllo sani, di pari età sesso e luogo di residenza. I risultati potrebbero cagionare limiti sulla prescrizione di antibiotici in futuro. O

ltre alle conseguenze dell’antibiotico-resistenza” e all’emergente diffusione dei superbug, la prescrizione di antibiotici dovrebbe tenere conto anche degli effetti sullo sviluppo di alcune malattie.