I farmaci più utilizzati e venduti in pandemia
L’andamento delle vendite dei vari farmaci dallo scoppio della pandemia a oggi
Prima solo la tachipirina, poi la vitamina D ( perché sembrava aiutare a limitare la gravità dell’infezione) e gli antinfiammatori (fra cui Aspirina, Brufen e Aulin) che “se presi nella fase iniziale sono in grado di ridurre del 90% l’ospedalizzazione.
Ma quali sono stati i farmaci di automedicazione (quelli cioè ottenibili al banco) maggiormente acquistati dall’inizio della pandemia ad oggi?
I dati sono consultabili sul sito dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco).
Vitamina D
La vitamina D, soprattutto nelle fasi iniziali, è stata assunta per “mitigare gli effetti del Covid”. Sono state formulate varie ipotesi sulle proprietà immunomodulanti e antinfiammatorie della vitamina D, auspicando un possibile beneficio per i pazienti con COVID-19 ma nessun studio scientifico lo ha attestato. In ogni caso, guardando l’andamento, come nelle fasi invernali la vendita (i dati sono espressi in confezioni vendute ogni 100.000 abitanti) si sia incrementata in particolar modo nell’inverno del 2021 quello più pesante dal punto di vista della pandemia. Il picco è stato infatti toccato nel marzo del 2021. C’è comunque da dire che già generalmente (anche in periodi non Covid) l’assunzione di vitamina D è maggiore nel corso degli inverni proprio perché una carenza di esposizione al sole può determinarne bassi livelli.
Gli antinfiammatori Fans
Gli antinfiammatori Fans sono medicinali antinfiammatori il cui acronimo Fans sta per Farmaci anti-infiammatori non steroidei. Fra questi ci sono medicinali molto comuni come l’Oki, l’Aulin, l’Aspirina o il Brufen i cui principi attivi sono:
Ibuprofene (Brufen)
Naprossene
Diclofenac
Celecoxib
Acido mefenamico
Etoricoxib
Indometacina
Nimesulide (Aulin)
Ketoprofene (Oki)
Acetilsalicilico (Aspirina)
Gli studi più recenti, attesterebbero un’elevata efficacia nel prevenire le forme più gravi di infezione da Covid. E guardando il grafico delle vendite (alcuni di questi medicinali hanno bisogno di prescrizione medica) di questi antinfiammatori cresca in maniera evidente a partire da settembre del 2021 raggiungendo il picco a novembre scorso.
Antipiretici
Gli antipiretici (o febbrifughi) sono una categoria di farmaci (detti anche antifebbrili) adatti ad abbassare la febbre. Vengono venduti nella maggior parte dei casi senza necessità di ricetta da parte del medico. Si possono trovare in farmacia e nelle parafarmacie. Il più noto fra questi è sicuramente la Tachipirina. Sull’efficacia di questi farmaci si è più volte dibattuto e in alcune fasi si è addirittura ritenuto potessero essere controproducenti. Sicuramente vengono utilizzati per tutti gli stati febbrili e sono stati prescritti dai medici soprattutto nella prima fase per tenere a bada la febbre alta spesso generata dalla polmonite bilaterale causata dal Covid. Il picco di vendite si è avuto nel febbraio-marzo del 2020.
Ansiolitici
Non sono certo farmaci che curano i sintomi del Covid ma è evidente che soprattutto nelle fasi più dure della pandemia (locdown totali e picchi dei contagi) siano stati prescritti e utilizzati moltissimo per far fronte ai fortissimi stati d’ansia della popolazione.
Gli antibiotici, il caso Azitromicina
Gli antibiotici non sono efficaci nel combattere i virus, anzi in molti casi se prescritti “senza effettiva necessità”, possono aiutare i batteri a rinforzarsi e a non essere più sensibili agli antibiotici.
Però in alcuni casi, come ad esempio la degenerazione di infezioni virali in batteriche possono essere utilizzati. Ad esempio l’Azitromicina (il farmaco in particolare è lo Zitromax prodotto dalla Pfizer) che, alcuni mesi fa, in seguito ad alcune indicazioni veniva prescritta da molti medici di base per “mettere in sicurezza” i pazienti tanto che di Zitromax nelle farmacie non se ne trovava più. Un antibiotico adatto alla cura delle infezioni batteriche delle vie aeree.
Farmaci senza prescrizione nel 2021
Nel 2021 sono tornate a aumentare le vendite di farmaci da banco. Dopo un 2020 fortemente negativo dovuto agli effetti delle misure di contenimento della pandemia e a un’incidenza quasi azzerata dei virus influenzali e simil-influenzali, il 2021 ha iniziato a mostrare segni di ripresa a partire da aprile anche se, a fine anno, le vendite risultano ancora sotto i livelli del 2019.
A parità di classificazione, infatti, nel confronto con il periodo pre-pandemico, il settore perde l’8,8% a volumi e il 3,4% a valori. Rispetto al 2020, invece, se sono state dispensate lo stesso numero di confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione (245 milioni), si registra una crescita del 3,3% dei fatturati (poco meno di 2,4 miliardi di euro).