L’Aifa restringe l’esportazione del principio attivo famotidina

Dopo il blocco di farmaci contenenti ranitidina, tra le misure indirizzate ai pazienti in corso di terapia con tale principio attivo, l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha suggerito di sostituire, con l’intervento del medico curante, i medicinali con analoghi principi attivi aventi lo stesso effetto farmacologico.

Tra questi, i medicinali a base di famotidina, molecola della stessa classe terapeutica. La famotidina, come la ranitidina, appartiene alla classe dei farmaci H2 antagonisti.

A cosa serve? La famotidina viene utilizzata per trattare le ulcere allo stomaco e all’intestino, il reflusso gastroesofageo e condizioni in cui lo stomaco produce troppo acido come la sindrome di Zollinger-Ellison.

Può inoltre essere utilizzata per prevenire e trattare il bruciore di stomaco associato a indigestione e l’acidità che può essere scatenata da alcuni cibi o bevande. I farmaci a base di famotidina, infatti, sono utilizzati da pazienti affetti da ulcere gastriche e duodenali e reflusso gastroesofageo.
Pertanto, per garantire ai pazienti la disponibilità di medicinali a base di fomotidina e per prevenire ed evitare una situazione di carenza di questi farmaci, l’AIFA ha aggiornato l’elenco dei medicinali che non possono essere sottratti alla distribuzione e alla vendita. L’Agenzia ha disposto, così, il blocco temporaneo delle esportazioni di tutti i lotti di Famotidina EG 40 mg (10 compresse in blister rivestite) da parte dei distributori all’ingrosso. Questo al fine di garantire una fornitura di farmaci sufficiente a rispondere all’esigenze dell’intero territorio nazionale.