Cefazolina, il principio attivo efficace contro le infezioni

La Cefazolina è un farmaco essenziale di classe A, un antibiotico di tipo β-lattamico, che necessita della ricetta medica e va somministrato nei casi di effettiva necessità, sempre e solo sotto il diretto controllo del medico. La cefazolina è, fra tutte le celefasporine di prima generazione, la meno irritante.

Per cosa si usa?

L’utilizzo della Cefazolina è indicato per il trattamento d’infezioni causate da batteri sensibili alla cefazolina stessa, fra cui: infezioni delle vie aeree, infezioni genito-urinarie, infezioni ginecologiche, infezioni della pelle e dei tessuti molli, delle ossa e delle articolazioni. E’, inoltre, utilizzata per il trattamento di endocarditi, flebiti, tromboflebiti, peritoniti, sepsi puerperali, setticemia.

Quale è la dose consigliata?

La dose giornaliera raccomandata negli adulti varia da 1000 a 2000 mg, suddivisi in due dosi. Nei bambini, il dosaggio va da 30 a 50 mg/kg di peso corporeo, nell’arco delle 24 ore. La Cefazolina è disponibile per la somministrazione intramuscolare. Si trova sotto forma di polvere e solvente per soluzione iniettabile che devono essere miscelati appena prima della somministrazione del farmaco stesso. La posologia della cefazolina deve essere stabilita dal medico in funzione del tipo e della gravità dell’infezione che s’intende trattare e in funzione delle condizioni di salute del paziente.

Avvertenze?

Prima di iniziare la terapia a base di cefazolina è necessario escludere eventuali allergie nei confronti di antibiotici β-lattamici. In caso di comparsa di reazioni allergiche, il trattamento con cefazolina deve essere immediatamente sospeso. Il trattamento con cefazolina, difatti, può favorire lo sviluppo di batteri resistenti all’antibiotico stesso, oppure può favorire la comparsa di superinfezioni e l’insorgenza della colite pseudomembranosa. I casi lievi di colite pseudomembranosa, di solito, si risolvono con la semplice interruzione del trattamento. I casi più gravi, invece, richiedono un trattamento farmacologico. Ed è per questo che va usata cautela nella somministrazione di cefazolina a pazienti che hanno sofferto di patologie gastrointestinali, in particolar modo, di colite. A causa della nefrotossicità della cefazolina, ossia l’azione tossica che esercita sui tessuti renali, nei pazienti con sospette patologie renali è fondamentale eseguire opportuni controlli della funzionalità renale prima di cominciare il trattamento con il farmaco. Nei pazienti sopra i 50 anni di età, quelli con una storia di patologie renali e i pazienti che assumono anche altri farmaci nefrotossici si presenta un rischio maggiore d’insorgenza di tossicità renale.

Quali sono gli eventuali effetti collaterali?

La Cefazolina può causare vari tipi di effetti collaterali: che si presentano a seconda della diversa sensibilità di ciascun individuo nei confronti del farmaco. Tra le reazioni si possono manifestare orticaria, eruzioni cutanee, febbre, dermatite, edema, convulsioni, spesso dovute anche ad un sovradosaggio da cefazolina, ect. Generalmente gli effetti indesiderati, a carico del sistema gastro-intestinale, sono lievi e transitori. L’uso di Cefazolina in gravidanza dovrebbe essere effettuato solo in casi di reale necessità.