CRISI ENERGETICA: SI RISCHIA LA CARENZA DI FARMACI?

Gli effetti della crisi energetica che sta attanagliando l’Europa dall’inizio della guerra in Ucraina si ripercuotono anche sul settore dei medicinali. Il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, ha dichiarato che con il rincaro dell’energia del +600%, rispetto a un anno fa, si profila anche nel settore dei medicinali un reale rischio di carenza di farmaci e della stessa sopravvivenza delle aziende produttrici di medicinali, che sono beni essenziali non solo per la salute ma per la sicurezza di un Paese.

Per questo viene chiesta una moratoria sulla riduzione dei prezzi dei medicinali evitando la revisione dei prontuari farmaceutici.

Tutti i settori della filiera stanno assorbendo parte importante di questi aumenti di costi, senza, ovviamente, poter riversarne a valle gli effetti, ovvero sul consumatore, dato che in larga parte i prezzi sono concordati con Aifa e regolamentati.

Quindi, questa crisi energetica determina effetti indiretti aggiuntivi per le aziende farmaceutiche, con incrementi di tutti i fattori della produzione, materiali, imballaggi, manutenzioni, fiale, packaging che è fatto di materiale cartaceo, che mediamente sono cresciuti solo nel primo semestre 2022 del 40% rispetto all’anno scorso.

A fianco all’incremento dei costi, vi è anche un problema di carenze: oggi vi è una competizione globale per tutte le materie prime, non solo per il gas o l’energia, ma di tutte quelle che determinano la produzione dei farmaci, teniamo presente che l’85% degli ingredienti che arrivano in Europa per produrre medicinali arrivano da Cina e India, quindi siamo dipendenti da quell’area.

Non si può trasferire nemmeno in parte gli incrementi sul prezzo finale e questo sta creando una situazione di grande rischio per le aziende produttrici, che rischiano di non poter più mantenere la loro operatività.

Per questo, quello che chiede Farmindustria, è che non vi siano riduzioni dei prezzi, che vi sia cioè una moratoria su questo. No alla revisione dei prontuari, anzi bisogna dare più risorse alla salute, alla spesa in farmaci, in primis ospedaliera, anche per andare a risolvere il problema del payback, che grava ulteriormente sulle imprese.

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